Home Politica Foibe, Capellari replica ad Alicandri: Il Campo della memoria giusta sede

Foibe, Capellari replica ad Alicandri: Il Campo della memoria giusta sede

In merito all'intervento dell'ex consigliere Roberto Alicandri sulla questione Foibe, riceviamo e pubblichiamo l'intervento del Presidente della Regione Etruria dell’Accademia Delia Pietro Cappellari.

In merito all’intervento dell’ex consigliere Roberto Alicandri sulla questione Foibe, riceviamo e pubblichiamo l’intervento del Presidente della Regione Etruria dell’Accademia Delia Pietro Cappellari.

Egregio Direttore,

non possiamo non rimanere stupiti dall’intervento di Roberto Alicandri comparso su “Il Clandestino” il 12 Febbraio 2018. Stupiti perché non sappiamo a che titolo si permetta di contestare una manifestazione patriottica svoltasi al Campo della Memoria.

Interpretando il sentimento dei Volontari dell’Associazione “Campo della Memoria”, dobbiamo precisare che la solenne cerimonia in ricordo dei Martiri delle Foibe svoltasi al Sacrario Militare della RSI di Nettuno lo scorso 10 Febbraio, è stata un atto dovuto, in quanto rientrante nelle finalità patriottiche della stessa associazione, soprattutto dopo la constatazione che il Comune di Nettuno non aveva allestito nessuna manifestazione ufficiale per il Giorno del Ricordo 2018. Di là di questa evidenza, aggiungiamo che il Sacrario Militare della RSI di Nettuno è – e sarà sempre – un luogo più che consono per ricordare i Martiri delle Foibe e il dramma dell’esodo istriano-dalmata, perché la difesa dell’italianità dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia fu un caposaldo della politica della Repubblica Sociale Italiana: migliaia di giovani combattenti della RSI perirono per difendere quelle terre dalle orde slavo-comuniste del Maresciallo Tito. L’eroismo delle diecimila Camicie Nere della MDT, dei Marò della Decima MAS, del Reggimento Alpini “Tagliamento”, del Battaglione Bersaglieri “Mussolini” e di tutti gli altri militari repubblicani distintisi nella difesa del confine nord-orientale italiano è ben evidenziato all’interno del Campo della Memoria su delle tabelle d’acciaio che ne tramando alle future generazioni le gesta. Alicandri, prima di sentenziare, avrebbe semplicemente potuto visitare il Sacrario Militare della RSI di Nettuno.

I combattenti della RSI difesero l’Istria, Fiume e la Dalmazia fino all’ultimo uomo, con un sacrificio di sangue che, probabilmente, Alicandri ignora, ma che non può essere sottaciuto dalle “maestrine con la penna rossa” della vulgata antifascista e anti-italiana. A fine guerra, per loro si aprì l’inferno delle foibe e dei campi di sterminio slavo-comunisti. L’ultimo tricolore a sventolare su Capodistria, su Pola, su Fiume, su Zara e su altre cento città italiane dell’Adriatico orientale fu il tricolore della Repubblica Sociale Italiana. L’Italia del dopo, semplicemente, tradì ed abbandonò quelle terre.

Alicandri dovrebbe stare in silenzio davanti al sacrificio dei combattenti della RSI, come è stata in silenzio l’Amministrazione di cui faceva parte davanti all’iniziative in ricordo dei Martiri delle Foibe proposte da questo istituto culturale. Proposte semplicemente ignorate da chi oggi, con la supponenza che gli è propria, si permette di dare giudizi morali.

Distinti saluti, in fede
Pietro Cappellari
Presidente della Regione Etruria dell’Accademia Delia

Caro presidente della Regione Etruria dell’Accademia Delia Pietro Cappellari, abbiamo dato voce all’ex consigliere Alicandri, come a Lei ora, perché contrariamente a quello che Lei sostiene nella parte finale suo contributo noi non pensiamo che chi ha da offrire un contributo su fatti ed eventi storici debba restare in silenzio. Infine non ci può trovare in nessun caso d’accordo sul fatto che l’antifascismo sia in qualunque modo accostabile all’essere anti italiani. Detto questo i lettori hanno a disposizione le due argomentazioni e possono in autonomia trarre le proprie considerazioni.