Riceviamo e pubblichiamo
Generoso e solidale, il Centro Commerciale Zodiaco di Anzio è stato il primo protagonista di un concorso di sensibilizzazione promosso da Ethos e legato a “Via della strada”, il progetto di Amref rivolto agli studenti delle scuole primarie e secondarie. A premiare gli studenti è stato proprio Giobbe Covatta, che in altre sedici città di sei regioni italiane, con lo slogan “Insieme si può”, porterà all’attenzione la realtà in cui vivono i giovani della contea di Dagoretti in Kenya, fatta di abbandono, fame, malnutrizione, malattie, sfruttamento, criminalità. Una realtà nella quale Giobbe Covatta, Amref e il centro commerciale Zodiaco da dove è partito il progetto, vogliono migliorare le condizioni di vita dei ragazzi che vivono dimenticati e abbandonati a sé stessi. Il concorso ha stimolato gli studenti che hanno partecipato al concorso, le scuole, i genitori e tanti che hanno assistito alla premiazione ed hanno potuto sentirsi in qualche modo attivi e più attenti alle realtà come quella di Dagoretti in Kenya. Agli studenti è stato chiesto di realizzare un disegno a partire dall’amara fiaba ‘C’era una volta un re… anzi no, c’era una volta una principessa bellissima’ di Giobbe Covatta che ha consegnato i premi. Il primo premio è stato assegnato alla scuola primaria Collodi di Anzio con Sofia Cretu, studentessa della classe 1A. Il secondo premio è andato ad Elena Lazar della 1F, mentre il terzo premio a Diego Larobina della 1E, entrambi dell’Istituto Comprensivo Giovanni Falcone di Grottaferrata. Tutti i lavori realizzati per il progetto iniziato a settembre e che si concluderà in questi giorni e complessivamente selezionati nelle diverse città, saranno esposti in tutti i diciassette centri commerciali nei giorni in cui ospiteranno la propria finale. Ad Anzio Giobbe Covatta ha catturato il pubblico e i tanti ragazzi presenti, raccontando di Amref, la principale organizzazione non governativa sanitaria africana che da anni si impegna nel diritto alla salute e trascinando tutti con la sua graffiante ironia con la quale ha fatto penetrare il messaggio che “la povertà è la peggiore forma di violenza”, passando per un faccia a faccia tra un bambino africano ed uno italiano le cui uniche differenze stanno nell’essere nati da una parte o dall’altra nel mondo.
Cristina Mechi
Centro Comm.le Zodiaco
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