Home Politica Luca Brignone: “Ecco perché non ho fatto parlare il Sindaco Bruschini”

Luca Brignone: “Ecco perché non ho fatto parlare il Sindaco Bruschini”

"Perché ho deciso di non far intervenire il sindaco Bruschini". A spiegarlo su Fb è Luca Brignone, coordinatore SI Anzio, circolo pepe Mujica e moderatore del Convegno sulle Infiltrazioni mafiose

“Perché ho deciso di non far intervenire il sindaco Bruschini”. A spiegarlo su Fb è Luca Brignone, coordinatore SI Anzio, circolo pepe Mujica e moderatore del Convegno sulle Infiltrazioni mafiose sul Litorale romano, che si è tenuto ieri all’Hotel Lido Garda ad Anzio organizzato da Liberi e uguali.

“Innanzitutto – spiega – è doveroso fare una precisazione: non ho negato la parola al sindaco in quanto tale, ho semplicemente deciso di non aprire un dibattito pubblico rispettando la scaletta dell’evento. Così come al sindaco, avrei dovuto dare la parola ad esempio a Ivano Bernardone, a Maria Teresa Lo Fazio, a Rita Pollastrini e a tutti gli esponenti politici e non presenti in sala (che, per dovere di cronaca precisiamo, la parola non l’hanno chiesta). Insomma, ho trattato il sindaco Bruschini come qualsiasi altra persona e se questo è considerato un attacco alla democrazia, la situazione è veramente grave.

Detto questo, ritengo di dover dire qualcosa in più sul perché abbia deciso di non aprire in quella sede un dibattito che avrebbe sicuramente portato bagarre, confusione e screditato l’evento (e lo dimostra il fatto che quando il sindaco ha provato a prendere parola, diverse persone dal pubblico hanno iniziato ad inveire e urlare). Ho deciso di agire nel rispetto del circolo che ho la fortuna di coordinare. Un gruppo di persone (come ce ne sono altri sul territorio) che spinto dal disagio di vivere in una città ricoperta di immondizia e buche ha deciso di mettere le proprie competenze in campo per un progetto politico diverso. Abbiamo condotto battaglie e formulato proposte, senza ricevere stipendi a fine mese, senza lavorare in nessuno modo con o per il comune, senza avere accesso a canali di comunicazione preferenziali. Dopo esserci resi conto che quella contro il malaffare era la questione delle questioni, abbiamo iniziato un percorso lungo e faticoso che ha portato all’evento di sabato. Vorrei ricordare che, nel tempo, siamo stati sfrattati insieme ad altre associazioni da una sede che condividevamo con la promessa di un bando che non è mai arrivato; successivamente abbiamo fatto richiesta di una sede come partito e non ci è mai stata data una risposta (mentre uscivano fuori scandali come quelli del De Portivo e del Falasche); per il convegno dello scorso aprile la sala consiliare ci è stata negata perché secondo il sindaco eravamo dei “disturbati mentali”.
Per l’evento di ieri abbiamo dovuto pagare con le nostre tasche la sala e con le nostre fatiche la riuscita dell’evento. Non potevo lasciare a chi di canali di comunicazione per dire la propria ne ha e ne ha sempre avuti in abbondanza di rovinare quanto costruito con sacrificio. Il sindaco Bruschini ha il consiglio comunale, Villa Sarsina, la sede del suo partito, altre sedi pubbliche a disposizione e una visibilità mediatica che chi scrive non ha mai nemmeno lontanamente immaginato. Sono pronto a ricevere ogni tipo di critica, ma trovo sinceramente frustrante questo rovesciamento secondo il quale noi saremmo i ‘veterocomunisti nemici della democrazia’. Quando si prendono certe decisioni – ha poi concluso Brignone – si espone sempre un fianco. Non ho la pretesa di convincere tutti quelli che mi hanno criticato, ma spero di aver aiutato a far comprendere meglio la mia scelta”.