“Il sindaco di Anzio dopo i mesi delle minacce, degli insulti, delle querele, quando vietava l’uso della sala del Consiglio e ci invitava con insistenza e in modo arrogante ad andarcene a casa nostra, adesso prova a vestire i panni della vittima, cui hanno impedito di parlare in un convegno nel quale sono intervenuti solo coloro che avevano precedentemente dato la disponibilità”. Lo scrive in una nota stampa il Senatore Massimo Cervellini, esponente di Liberi e Uguali ed organizzatore del convegno sulle infiltrazioni mafiose sul Litorale romano che ieri ha negato la parola al primo cittadino, motivando questa decisione proprio con le precedente scelta dell’Amministrazione di negare le sale comunali e per la polemica con il Sindaco.
“Che succede? Nervosismo? La voce della coscienza? Forse – aggiunge Cervellini – di fronte alla veritá che si fa strada, iniziano ad incrinarsi sicurezza e arroganza. Ad avere assessore e consigliere arrestati non siamo noi, ma lui. L’offesa alla città di Anzio viene da chi ha scelto quei personaggi, non da chi ha denunciato i torbidi intrecci che si svolgevano dentro la sua giunta e la sua maggioranza. Lui non trovava niente di meglio che querelare, coi soldi dei cittadini, la giornalista di Repubblica Federica Angeli. Faccia una cosa giusta: si scusi, ma non con noi, con i cittadini di Anzio. Lo apprezzeremmo sicuramente. Ed applichi le regole del confronto quando gli viene chiesto, non autoinvitandosi quando gli fa comodo. Le dimissioni doveva darle il giorno degli arresti, ma è sempre in tempo”.