Una scomparsa che ha toccato il cuore di molti quella di Giggiotto del Bar Olimpico, Luigi Bartolucci di Nettuno i cui funerali si sono svolti questa mattina nella chiesa del Sacro Cuore, dove da dieci anni insegnava catechismo ai bambini. In tantissimi si sono voluti unire al dolore dei familiari, al punto che la chiesa non è riuscita a contenere l’affetto dei nettunesi per un concittadino illustre che si era fatto benvolere da tutti. Nettunesi che lo hanno voluto accompagnare in corteo fino al Cimitero civile, sotto l’occhio vigile della polizia locale che ha chiuso al traffico la strada per permettere la cerimonia in sicurezza. Gioggiotto aveva sempre una parola e un sorriso per tutti, spesso una battuta, quando serviva un consiglio. Era un uomo che guardava in faccia le persone che entravano nel suo bar, e prima di preparare un caffè chiedeva come stai? se magari vedeva un’ombra nello sguardo di chi aveva davanti. Da tempo aveva scelto di vivere mettendosi a disposizione degli altri, con lo sport ma anche con la sua fede. E le parole di Don Massimo, che lo conosceva bene e con cui serviva messa, non hanno mancato di sottolineare le suo infinite qualità. Oggi tante lacrime sui volti dei bambini a cui insegnava, ma anche sui volti di quei 40enni che vent’anni fa avevano giocato sotto la sua guida al Calcio o avevano corso in bici. Lacrime che hanno reso chiaro quanto Giggiotto sia riuscito in vita a farsi voler bene e a lasciare un segno nel cuore di molti, nel corso di anni in cui il suo impegno non è mai venuto a mancare. Da quando portava i ragazzi ad allenarsi con il Nettuno e fino a qualche giorno fa Giggiotto si è sempre speso per gli altri, in termini di tempo, attenzione, sostegno. La spesa per chi aveva un attimo di difficoltà, gli occhiali per chi non arrivava, la divisa per il calcio, la quota mensile per lo sport. Un servizio sociale silenzioso quello di Giggiotto che aveva la passione per il vangelo e lo sapeva raccontare con passione ai bambini che adorava.
“Il suo altruismo era immenso – ha detto Don Massimo – si dava agli e non gli piaceva il palcoscenico né apparire ma si impegnava con i bambini e le famiglie con un cuore infinito”. Nessuno riuscirà a capire davvero fino in fondo il ruolo che Giggiotto ha svolto in questa città. In un mondo in cui tutto sembra si faccia per un ritorno Giggiotto era una perla rarissima. Una persona di cui sarà fin tropo facile sentire la mancanza. Ed era uno che sapeva farsi ascoltare, aveva aiutato con impegno le comunità di recupero per i tossicodipendenti, le famiglie, adottava cause, famiglie, persone, problemi. Tutti gli anni a Natale preparava vin brûlé ciambelle e cioccolato per la messa di mezzanotte, per stare in compagnia e fare due chiacchiere prima di tonare a casa. Un uomo speciale davvero, il cui cuore lascia un segno profondissimo in chi lo ha conosciuto e amato.
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