Nettuno e il suo difficile rapporto con le realtà sportive è sotto gli occhi di tutti. L’amministrazione comunale Cinque Stelle già all’inizio del suo mandato aveva chiarito la sua intenzione di “fare cassa” attraverso gli impianti sportivi comunali. Una scelta discutibile, ma comprensibile viste le difficoltà economiche degli Enti locali. La necessità di incassare però, non può cozzare con la valorizzazione delle attività sportive del territorio. Nell’ultimo anno e mezzo invece, c’è una lenta ed inesorabile politica che ha azzerato, o quasi, lo sport sul territorio nettunese. In origine fu il baseball, con lo Stadio Steno Borghese messo a bando dalla gestione commissariale dopo le dimissioni del Sindaco Chiavetta. Un bando vinto dal Nettuno Baseball City, unica società nettunese iscritta al campionato di IBL lo scorso anno, ma annullato dal Comune che ha optato nel dicembre 2016 per l’adozione della gestione diretta dell’impianto. Una scelta in “controtendenza rispetto a tutte le altre realtà del movimento italiano”, aveva detto il presidente della Federazione Italiana Baseball e Softball Andrea Marcon, felice che un Comune decidesse di investire così tanto nel baseball. Investire sì, perché la gestione costa e alla fine si è arrivato al pagamento dell’affitto per allenamenti e partite attraverso uno “storno” di servizi che la società forniva in sostituzione del Comune. Alla fine della stagione sportiva il passo indietro, con l’Amministrazione che ha annunciato l’intenzione di rimettere a bando il Borghese.
Poi fu la volta del Celestino Masin. Il primo impianto calcistico del territorio doveva tornare agibile per l’inizio della stagione, ma gli interventi promessi dal Comune per la sistemazione non sono mai iniziati. Il risultato è stato che la Virtus Nettuno Lido, unica squadra iscritta in Eccellenza, si ritrova a giocare a Lido dei Pini, a 20 km di distanza.
Non solo calcio. Senza colpo ferire, e soprattutto senza avvertire, la società Olimpia Atletica Nettuno, che ha portato ben due atleti in nazionale juniores, si è ritrovata senza pista su cui allenarsi (che si trova all’interno del Celestino Masin) e, soprattutto, senza alternativa. Risultato? Impianto deserto e inutilizzato pronto anch’esso per andare a bando.
Non c’è due senza tre e anche il terzo maggior impianto sportivo del territorio va a bando. Si tratta del palazzetto dello sport di Santa Barbara per cui il comune chiede 17.614,00 euro + I.V.A di canone annuo. A Nettuno non gioca né l’Armani Jeans Milano né la Lube Civitanova, giocano squadre dilettantistiche di basket e pallavolo che, naturalmente, non possono sostenere un costo del genere per fare attività e quindi… gara deserta.
Ma non finisce qui. Nei giorni scorsi sono state assegnate quattro strutture comunali. A vincere solo due società: Il Busen e la Don Pino Puglisi. Per loro due strutture a testa, e soprattutto, l’assegnazione di un bocciodormo alla società di ginnastica artistica, la cui offerta è stata “preferita” a quella dell’Enea Bocce che intanto avrebbe un campionato di serie C da portare a termine, e del campo di baseball Andrea Sacchi alla società di calcio che ha “battuto” la conocorrenza dell’Academy of Nettuno Baseball che, in questo modo, diventa la seconda società scudettata a livello giovanile a non essere ammessa al bando per un campo da baseball. La prima fu il San Giacomo Baseball, esclusa dal bando per il campo Castrì. Il cambio di destinazione d’uso è previsto dal bando, ma a volte per evitare situazioni al limite dell’assurdo servirebbe il buon senso e l’opportunità. Questa politica sugli impianti sportivi appare a dir poco confusionaria e senz’altro non agevola lo sviluppo dello sport nettunese e la sua pluralità che dovrebbe essere il primo obiettivo per un Comune, prima ancora di quello di fare cassa.
di Davide Bartolotta
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