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Riforma della Polizia locale, l’impegno del Comandante di Anzio Ierace

"Lo scrivente Comandante (Sergio Ierace, alla guida della Polizia locale di Anzio ndr) apprende

Il Comandante della Polizia locale di Anzio Sergio Ierace

“Lo scrivente Comandante (Sergio Ierace, alla guida della Polizia locale di Anzio ndr) apprende con grande entusiasmo  l’iniziativa presa dal gruppo costituito sul Social Network denominato “Il Fuori Coro”, ciò in relazione allo scritto ricevuto in data 21 settembre ed indirizzato anche al Sindaco, al Presidente del Consiglio On. Gentiloni, al Ministro dell’Interno On. Minniti, al Vice Ministro dell’Interno, al Presidente Regione Lazio Dott. Zingaretti ed alle redazioni dei quotidiani e delle tv”.

Inizia così la nota di replica del Comandante Ierace, in merito alla richiesta del Fuori coro, che chiede a Lui e al Sindaco di Anzio Luciano Bruschini un impegno istituzionale per arrivare ad una riforma della Polizia locale, sempre più coinvolta in operazioni di pubblica sicurezza, senza alcuna tutela, sia nell’equipaggiamento e nella formazione che a livello contrattuale.

“E’ infatti importante – ha poi aggiunto Ierace – far comprendere che le Polizie Locali d’Italia sono impegnate sul territorio analoga mente alle altre Forze dell’Ordine, quest’ultime legislativamente riconosciute dalle norme e, a differenza della Polizia Locale, più comunemente pubblicizzate non solo dai soliti  mass  media  (vedasi fiction, telefilm, serie tv e film su grande schermo) ma anche dalla carta stampata che evidenzia tutti i fatti di cronaca rispettando la denominazione della Forza dell’Ordine intervenuta,  correttamente chiamandola con i termini istituzionali appartenenti alla stessa. A tal proposito si ricorda che la nostra denominazione è cambiata da tempo grazie alla L. 65 / 86 che attribuiva, come a voi tutti è noto, il termine “Polizia” in luogo dell’obsoleto termine “Vigili Urbani”, che a distanza di oltre 30 anni ancora non viene correttamente utilizzato non solo dai media ma anche e soprattutto dalle istituzioni, dalla cittadinanza e, conseguentemente, da politici ed ancor peggio dagli stessi operatori dei singoli Comandi sparsi nel territorio nazionale.

Tale fatto è come se privasse di identità coloro che svolgono il nostro lavoro, oramai cambiato anche rispetto a quanto già variato nel 1986 con la c.d. Legge quadro, nonché con quanto previsto dalle ultime normative.

Identità  non completamente nota proprio a causa dell’assenza di pubblicità di cui giovano invece le altre Forze di Polizia; in assenza di tale pubblicità anche i Sindaci di diverse Città ritengono giusto rilegare il ruolo della Polizia  Locale alla mera funzione amministrativa circa le regolamentazioni del traffico, segnaletica e decoro urbano, spesso non riconoscendo il doppio ruolo rivestito  di dipendenza funzionale sia dall’Amministrazione Comunale, che dall’Autorità Giudiziaria. Doppio ruolo che, analogamente alle altre Forze di Polizia da pieno titolo, per le materie trattate, di interazione con la Sicurezza Pubblica che come è ormai ben noto a tutti, è sicuramente diversa dalla “Pubblica Sicurezza”, con la quale comunque condivide la regolamentazione del civile rapporto esistente tra cittadini e tra cittadini ed istituzioni.

Non si comprende quale sia l’avversità nei confronti del  riconoscimento anche mediatico del ruolo realmente rivestito che evidentemente, non essendo correttamente comunicato alla cittadinanza, diviene in modo consolidato ritenuto inferiore a  quello realmente espletato. Gli uomini e le donne delle Polizia Locali in tervengono sempre ad onor del vero analogamente alle altre Forze di Polizia, a tutela della vita dei cittadini della Nazione tutta, senza che nessuno ne dia realmente contezza, facilmente dimenticando anche le vittime presenti tra noi appartenenti. Si potrebbero scrivere storie e rappresentare scene che potrebbero far realmente capire l’impegno e il sacrificio che silenziosamente  gli uomini e le donne delle Polizie Locali d’Italia eseguono in attesa del dovuto riconoscimento. Auspicando maggior impegno da parte di tutti per far si che chi governa riconosca non solo i nostri doveri ma anche i nostri diritti, alla presente allego un mio scritto eseguito dopo la manifestazione delle Polizia Locali avutosi in Roma il 12 febbraio 2015; lettera aperta inviata a tutti i Comandanti delle Polizia Locali d’Italia ed altri. Da ultimo mi pregio altresì di allegare alla presente il documento “Quella divisa macchiata di sangue” relativamente ad una raccolta fotografica e  documentale, promossa dal Sindacato Ospol-CSA, sulle vittime    del dovere appartenenti ai Corpi di Polizia locale dei Comuni Italiani”. Di seguito la lettera inviata dal Comandante Ierace.

 

A tutti i Comandanti delle Polizia Locali d’Italia

Oggetto: Lettera aperta – Manifestazione delle Polizia Locali in Roma del 12 Febbraio 2015 – per non dimenticare.

 

Cari colleghi, ho aspettato forse troppo per scrivere, rivolgendomi alla categoria alla quale sono grato per aver trovato la volontà di cambiare dimostrandola nella manifestazione del 12 febbraio appena trascorso.

I cambiamenti che ci hanno riguardato sono sempre passati da manifestazioni intelligenti: ne è la prova l’emissione della L. 65/86, a oggi unico baluardo posto a nostra tutela in relazione alle funzioni chiamati ad espletare; legge che nasceva proprio dopo una manifestazione fatta a Roma il 23 ottobre 1985 e conclusasi con l’incontro con il Presidente della Repubblica dell’epoca Francesco Cossiga.

Gli anni passati però non hanno permesso una evoluzione del nostro corpo, perché?

Mediaticamente, e per l’opinione pubblica, siamo sempre Vigili Urbani, perché è già dal nostro interno che  non riusciamo – a distanza di 29 anni da tale norma – a catalizzare il cambiamento.

Che la colpa sia proprio dei comandanti o dei sindacati di tutta Italia – ad esclusione di pochi –  che nel  tempo, sino ad oggi, non sono riusciti a far comprendere non solo la variazione di nome alle proprie istituzioni di riferimento (Sindaco), ma anche ai propri dipendenti sparsi in tutta Italia?

Troppo spesso ancora oggi i nostri dipendenti non sanno se rispondere al telefono dei nostri comandi:  Polizia Locale o Vigili Urbani.

Questo dovrebbe farci interrogare tutti sul rapporto che si è costruito con l’informazione: non sto qui a cercare il colpevole, ma ad analizzare a voce alta con tutti voi ciò che sta accadendo non solo a Roma , ma di riflesso in tutta Italia.

Se si cercano informazioni che riguardano la nostra categoria, sui motori di ricerca  in  internet  ancora bisogna inserire la parola Vigili.

Molti mi conoscono per aver sempre preteso il rispetto del cambiamento da parte di tutti, istituzioni e miei collaborator,i difendendo il nostro operato e dimostrando sul campo che nulla ci distingue dalle altre Forze di Polizia, se non la tutela e la diversa legge di riferimento, ma operativamente siamo identici; testimonianza di ciò sono anche le diverse e proficue collaborazioni avute con tali Istituzioni, avendo modo di lavorare in pariteticamente con la Squadra Mobile della Polizia di Stato di Roma e Frosinone, Reparti Operativi dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, GOA, GICO ecc..

Da interventi eseguita da Polizia Locale su omicidi a sequestri di armi, droga e siti internet, tutto mi è stato possibile indossando sempre la nostra divisa, anche con attività su tutto il territorio nazionale.

Diverse infatti sono anche le operazioni eseguite su delega dell’A.G. su tutto il territorio nazionale, avendo avuto la possibilità di lavorare in trasferta nei comuni di: Milano, Mercoliano, Desio, Catanzaro, Spoleto, Rimini, Napoli, Brindisi, Taranto, Chignolo Po, Comacchio, Genova, Padova e diversi comuni sia dell’interland Napoletano che Romano.

Si pensi, per chi ha partecipato, all’operazione “Benvenutial Nord”, condotta tra Roma e Brindisi con attività di ricerca ed individuazione dei colpevoli eseguite a Taranto, Napoli e comuni  limitrofi.

Non voglio certo farmi pubblicità (chi mi conosce sa che questo è uno dei motivi che mi ha portato a scrivere in ritardo queste righe), ma solo ricordare che in quel momento vi fu un altro squallido uso mediatico proprio da parte di alcuni sindacati  che –  criticando  l’operazione e  puntando  il dito sul costo del personale, tutto   a

protrazione oraria – usarono la carta stampata per criticare a Roma l’operato che, al contrario, negli altri comuni veniva elogiato.

Da qui a ciò che sta succedendo ora la strada è breve e la spiegazione anche: perché i nostri sindacati non vogliono riconoscere il cambiamento dell’86 e lasciar crescere la Polizia Locale?

Che forse, grazie all’ingresso di nuove leve di altre generazioni, il corpo finalmente stia raggiungendo la giusta maturità per una nuova evoluzione; o che i sindacati abbiano capito che forse un  giusto riconoscimento economico e di tutela passi da un nuovo inquadramento, non è dato sapere, ma quale sia la ragione è certamente giunta l’ora, se siamo realmente uniti, di cercare il giusto riconoscimento del nostro lavoro, operando immediatamente sull’informazione circa il cambiamento già avutosi 29 anni fa.

Rifiutiamoci di farci chiamare vigili, rinviando al mittente ogni scritto che indichi tale vecchia qualifica; aggiorniamo tutti i siti dei nostri comuni, alcuni dei quali riportano ancora i telefoni dei comandi o dei servizi collegati sempre a tale vecchia qualifica; iniziamo a lavorare tutti a 360 gradi nel rispetto delle nostre

 

attribuzioni di legge nazionale e regionale; rispondiamo a chi ci chiama “vigili urbani” che questi non esistono più dal 1986 e che il continuare a chiamarci cosi dimostra una certa ignoranza, non solo nella materia ma nella norma.

È stato deplorevole il voler ancora mediaticamente far apparire tale ultima manifestazione come collegata ai fatti che riguardano 31 operatori di Polizia Locale di Roma e non a ciò che sta esasperando gli oltre 5.000 lavoratori dello stesso Corpo e con loro tutti gli appartenenti alla categoria!

E pensare che ora, vicino al Governo, c’è proprio un ex comandante di Polizia Locale (Antonella Manzione su cui si sono spese righe a difesa sul numero di “Polis” anno XIX n. 11-12 Novembre-Dicembre 2014) che, per sua fortuna, ove volesse, ha ora una posizione privilegiata per far comprendere le difficoltà e le necessità della Polizia Locale d’Italia!

Eppure basterebbe poco! È forse un modo quello di molti Comandant:i cavalcare l’onda e salire la china, dimenticandosi la propria provenienza.

lo non la dimentico e, anche se oggi per il momento sono Comandante di un Corpo di un Comune d’Italia, so bene cosa manca all’operatore di Polizia Locale: non solo una nuova norma che riconosca l’evoluzione normativa di riferimento, ma anche una nuova dignità che passa dal convincere l’opinione pubblica e i Mass Media che il nostro operato non solo è utile. ma indispensabile per il buon andamento delle nostre comunità locali e dell’intero paese.

Intraprendere percorsi personali servirebbe a poco ed è quindi per questo che il mio appello va a tutti i Comandanti di Polizia Locale, affinché sensibilizzino i politici di riferimento sulla tematica, facendo capire le reali motivazioni di tale manifestazione e le problematiche della Polizia Locale.

È apparso strano allo scrivente cosa è accaduto nella trasmissione “Virus”, dove il Sindaco di Firenze, in precedenza vice di Renzi, si sia scagliato sui colleghi di Roma e sulla manifestazione, affermando che i suoi vigili – peraltro presenti alla manifestazione in argomento – il giorno di capodanno erano tutti presenti, avendo solo due dipendenti in malattia, spostando in tal modo il motivo di tale agitazione sulla difesa dell’assenteismo di Roma a Capodanno, senza toccare i reali motivi della stessa sul riconoscimento di uno status diverso rispetto a quello degli impiegati comunali.

lo ho, con il mio Sindaco, un ottimo rapporto e se fossi il Comandante di Firenze sarei andato prima e dopo dal mio referente, facendo capire bene di cosa si stesse parlando e cosa volesse dire tale manifestazione.

Mi rivolgo quindi al mio omologo di Firenze: ha poi chiesto al Sindaco di comprendere le motivazioni della manifestazione chiedendo magari di rettificare le sue affermazioni in merito?

Questo vuol dire aver a cuore il bene del paese.

Tutti sappiamo che nelle nostre città il lavoro della sicurezza non  passa  solo  dalle  FF.0 0 .  indicate  dal TULPS, ma da tutti coloro che fanno rispettare le regole, dopo tutto l’ordine non è altro che il corretto vivere. L’ordine riguarda tutti, non solo Roma quando viene ferita da tifosi che tentano  di  sovvertirlo,  a  cui  nulla hanno potuto i colleghi intervenuti, ma non a causa delle bottiglie di cui erano in possesso e che avrebbero potuto acquistare ovunque – non solo dagli ambulanti che sicuramente devono essere perseguiti – ma forse perché anche i colleghi gradirebbero la possibilità di essere  aiutati  nella  gestione  di tali problematiche  da gente deputata a ciò per legge,  ben organizzata  sul territorio, che invece viene così demotivata e   dispersa.

Perché si parla di ronde e altri meccanismi privatistici per la sicurezza dei cittadini quando sul territorio vi sono già uomini e donne deputati a ciò?

Nessuno viene scandalizzato dal fatto che Guardie Giurate siano sul territorio: armate, con giubbotti antiproiettili. con unità cinofile proprio a garantire la sicurezza, mentre se ciò dovesse riguardare la Polizia Locale si tenta di far scandalizzare di ciò l’opinionepubblica.

Si pensi ai piccoli comuni dove c’è solo la Polizia Locale che assolve diversi compiti propri di polizia (sia questa Stradale, Amministrativa o Giudiziaria) e neanche una stazione di CC oppure un Commissariato.

Si pensi alle problematiche di cittadini di piccole città, che soffrono dei cosi detti “reati predatori” senza aver la possibilità di una adeguata risposta da parte delle istituzioni sul territorio.

Si pensi ai Municipi di Roma, dove un Comando è composto da un minimo di 60 uomini a un massimo di 700; dove un Commissariato posto nello stesso luogo, che spesso si trova costretto a coprire più Municipi, ha in media meno della metà degli uomini.

Perché non si vuole investire su questo personale?

Non si tratta di cambiare il suo status, ma solo di legittimarlo agli occhi della cittadinanza e tutelarlo come le altre FF.0 0 . (che giovano anche di tutela dell’immagine che passa da Fiction e trasmissioni).

Chi è che non fa questi conti?

Solo coloro che usano logiche diverse da quelle di economia e organizzazione, non rendendosi conto di tale patrimonio,  disperdendolo.

Invito tutti a riflettere su tali considerazioni e a fare il possibile.

Chiedo cortesemente altresi , a Voi Colleghi, di inoltrare tale scritto ai colleghi dei comuni vicini, stante l’esistenza sul territorio nazionale di 8047 Comuni, fatto questo che verosimilmente rallenterà la diffusione di tale lettera aperta.

Ringrazio.

Il Comandante del Corpo Polizia Locale Città di Rocca di Papa

Ten. Col. Dr. Sergio lerace