Home Attualità Ex operaio Ipi senza lavoro a 63 anni: “Tra due mesi dormo...

Ex operaio Ipi senza lavoro a 63 anni: “Tra due mesi dormo per strada”

Ci ha chiamato per raccontarci una storia, la sua, un operaio ex Ipi, 63 anni, precario, con 36 mesi di anzianità che non è stato riassunto, che non è stato pagato

Ci ha chiamato per raccontarci una storia, la sua, un operaio ex Ipi, 63 anni, precario, con 36 mesi di anzianità che non è stato riassunto, che non è stato pagato, e che sta finendo i soldi che aveva messo da parte lavorando. “Voglio raccontare la mia storia – spiega – solo perché si sappia. Non ho speranza di essere riassunto e a 63 anni neanche di trovare un altro lavoro. Per la pensione ci vogliono altri 5 anni. Mi sono rivolto all’avvocato, vediamo che può fare, ma ho poca fiducia in una soluzione. Io – ci spiega – ho un contratto di oltre 36 mesi. Non ho un giorno di malattia e ho lavorato fino all’ultimo senza sosta oltre le mie mansioni. Avevo la qualifica più semplice, ma guidavo il camion quello grande. Mi avevano affidato la raccolta cartoni e passavo un giorno si e uno no, nell’altro giorno facevo il giro. I cartoni li facevo io perché chi ha il posto fisso faceva quello che voleva e non rispettava il giro. Qui in Italia il problema è che anche se lavori bene ti possono mandare a casa, mentre chi ha un contratto ma si approfitta della situazione e non fa il suo dovere lavora lo stesso. A dicembre con lo sciopero ho incontrato il Sindaco di Nettuno insieme ad un altro collega che aveva il contratto già scaduto, tutti e due gli abbiamo fatto presente la nostra situazione. Ci ha detto che dovevamo chiamarlo quando i nostri contratti arrivavano alla scadenza, avrebbe cercato di capire se i posti di lavoro si potevano salvare. Ho chiamato tantissime volte in Comune e ho cercato di prendere appuntamento ma non mi ha più ricevuto. Una volta mi hanno detto che era malato, una volta era partito, poi che era impegnato, ho capito che non aveva molta voglia di parlare con me. Alla fine mi hanno detto manda una mail. Con tutto il cuore una mail neanche so che cosa è e come si manda e certamente il computer e la rete non ce li ho. Al Comune avranno sicuramente questioni più importanti da affrontare che quella di capire che fine possono fare delle persone come me, che hanno perso il lavoro, i soldi e che si trovano in un’età in cui nessuno ti vuole assumere. Io tra due mesi – conclude – se non si trova una soluzione  finisco a dormire per strada ma a quanto pare è un problema solo mio e di pochi altri, altrimenti staremmo tutti a protestare sotto al Comune per i nostri soldi, per la nostra dignità e per avere una vita decente, e non solo in tre”.