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Mafia ad Anzio, il ministro Minniti risponde a Cervellini: “Non ci sono presupposti per lo scioglimento”

Arriva la risposta del ministro dell'Interno all'interrogazione parlamentare su presunte infiltrazioni mafiose nel comune di Anzio

Villa Sarsina

Arriva la risposta del ministro dell’Interno Marco Minniti all’interrogazione a riposta scritta su presunte infiltrazioni mafiose nel comune di Anzio, presentata nel luglio dello scorso anno da alcuni senatori tra cui il primo firmatario Massimo Cervellini di Sinistra Italiana che il 29 aprile prossimo sarà tra i relatori al convegno sulla legalità in programma all’Hotel Serpa.

“Il Ministero dell’Interno – scrive il senatore Cervellini sul suo profilo facebook – risponde all’interrogazione, presentata a luglio 2016, di cui sono primo firmatario, sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel litorale romano, orientata a verificare eventuali iniziative prese dal prefetto e a chiedere l’insediamento di una commissione d’accesso per verificare la sussistenza dei presupposti per l’applicazione al Comune di Anzio degli articoli 142 e 143 del Testo unico degli enti locali, relativi allo scioglimento del Consiglio comunale. Il Ministero dell’Interno – continua Cervellini – pur riconoscendo la gravità dei fatti verificatisi nel tempo – aggiungo: alcuni dei quali successivi alla data di presentazione dell’interrogazione – ritiene, specificando testualmente, di non disporre, allo stato attuale, di elementi concreti e univocamente orientati al condizionamento dell’Amministrazione comunale.  Perciò noi manteniamo altissime l’attenzione e la vigilanza, non ci facciamo intimidire da nessuno ed il prossimo 29 aprile ci riuniremo ad Anzio, anche se il sindaco ci vieta l’utilizzo della Sala comunale. Noi siamo rispettosi e tenaci, però nessuno dica che non sapeva. Continueremo, coinvolgendo sempre tutte le istituzioni preposte, come sempre abbiamo fatto a cominciare dalla Commissione bicamerale Antimafia, ma soprattutto i cittadini, che devono essere consapevoli ed informati di quanto accade nella loro bellissima città. Davanti ad intimidazioni così pesanti ci saremmo aspettati solidarietà alle denunce pubbliche che abbiamo fatto, non certo insulti”.