“L’Ater non ha fondi, e i bambini della zona rischiano ogni giorno di farsi male”, queste le parole di uno dei condomini delle case Ater, Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale Pubblica, della zona di San Giacomo a Nettuno.
La situazione (come si vede con chiarezza nelle immagini) è di forte disagio. A causa di un’infiltrazione d’acqua all’interno di un appartamento nella palazzina D, si è creata un’apertura nel soffitto del porticato che ha visto crollare intonaco, mattoni forati e parti di legno della struttura. Un danno serissimo, ma di interventi di risanamento o almeno di messa in sicurezza, neanche l’ombra.
“Qualche mese fa sono venuti anche i Vigili del fuoco – ci dice un condomino – che hanno recintato la zona con il nastro. Poco dopo il nastro è volato via o qualcuno l’ha tolto e adesso tutti possono passare anche se non si dovrebbe. Ma poco importa, abbiamo bisogno che l’Ater si occupi dei problemi degli inquilini, invece ogni volta rispondono che non hanno fondi. Della sicurezza non gli importa nulla”.
Come si legge dal sito Ater, “l’Azienda ha il ruolo di operatore pubblico dell’edilizia e di gestore del patrimonio immobiliare affidatole… operando al fine di garantire l’efficacia, l’efficienza e l’economicità delle proprie funzioni amministrative ed agevolare il risanamento gestionale e la riqualificazione del patrimonio amministrato”.
A detta dei residenti, invece, la gestione del patrimonio immobiliare è tutt’altro che garantita. Episodi di questo genere sono presenti anche nei portici di altre palazzine e, sempre sul sito Atar, si legge, a chiare lettere, che gli inquini hanno il diritto di “formulare osservazioni e presentare reclami e di ottenere conseguenti risposte” e di “usufruire della manutenzione programmata dell’Ater, nei limiti dei fondi disponibili ”. “Capiamo che ci sono pochi fondi – dicono gli inquilini – ma questi sono i casi in cui è veramente necessario intervenire. Per anni abbiamo pagato in bolletta la tassa per la pulizia delle aree verdi, hanno mandato degli addetti a pulire due volte in quaranta anni. Non possiamo sempre pensare a tutto noi, non è giusto”.
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