E’ stato, quello di questa mattina ad Anzio, un cosiglio comunale all’insegna del pericolo biogas, tema che ha spinto anche la maggioranza dei cittadini intervenuti in sala consiliare, fra cui molti volontari dello stesso gruppo Anzio no Biogas. La prospettiva della nascita di un terzo impianto di stoccaggio è stata infatti al centro di praticamente tutte le interrogazioni consiliari di giornata, da Tontini a Bernardone passando per Fontana e Ranucci. Tutti pronti a chiedere una linea chiara al sindaco, affinché la città neroniana non si trasformi nella “pattumiera di Roma”, come sottolinea più volte e con fermezza lo stesso consigliere Ivano Bernardone. Lunga la risposta del sindaco Luciano Bruschini, che mette in evidenza la voglia di fare il possibile per scongiurare pericoli e allontanare ogni tipo di nuovo progetto.
“Va ricordato che al momento non c’è ancora alcun impianto biogas sul territorio – spiega Bruschini – per la seconda centrale abbiamo dato parere negativo; resta il problema del primo impianto, per cui abbiamo comunque fatto ricorso al Tar, perdendolo. Ma ci stiamo muovendo in ogni modo: abbiamo chiesto interventi e perizie da parte di studiosi e professori universitari, e siamo pronti ad appellarci al principio di precauzione, una politica di condotta cautelativa da adottare in caso di possibili rischi ambientali. Il piano della Sacida resta comunque in Regione, studi e atti sono tutti lì, e noi siamo nelle loro mani; purtroppo conosciamo alla perfezione le lunghe tempistiche che gli occorrono, che il più delle volte sono davvero inspiegabili e vergognose. Dal canto mio resta un impegno costante per fare tutto il possibile e impedire che si possano apportare danni di ogni tipo al territorio”.
di Marco Ciotola