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Nuova Antenna a Santa Barbara a Nettuno, 400 firme per dire No

Il Comitato di Quartiere di Santa Barbara a Nettuno, ha raccolto 400 firme per dire no alla realizzazione di una nuova antenna, in corso di realizzazione, in zona.
Oltre a dire No il Comitato chiede al Comune di verificare la realizzazione in corso e il suo processo autorizzato. Tramite avvocati i residenti hanno già fatto accesso agli atti per capire se la documentazione e l’inter siano in regola.
Il Comitato ha quindi scritto una lettera aperta ai Candidati a Sindaco di Nettuno.
Gentili candidati Sindaci,
scriviamo la presente in proprio e nell’interesse di circa 400 concittadini, firmatari di una raccolta firme nel quartiere Santa Barbara di Nettuno, e del Comitato di Quartiere di Santa Barbara, che ha abbracciato la presente iniziativa, tutti accomunati da una forte preoccupazione verso la proliferazione fuori controllo di antenne e ripetitori per la telefonia mobile sul territorio e le conseguenti ripercussioni sulla salute.
L’ultima installazione autorizzata che ha allarmato un numero rilevante dei cittadini, di cui ne siamo portavoce, è prevista in un terreno privato tra via Monte Asolone e via dei Marmi.
Sorprende che in un territorio contenuto quale la città di Nettuno vi sia una così intensa attività nella messa a dimora di ripetitori, torri faro, antenne che puntualmente vengono installate indistintamente nei terreni, sui tetti dei condomini, in assenza di qualsivoglia valutazione sulle aree particolarmente sensibili per la presenza di ospedali, case di cura, scuole per la primissima infanzia.
Ma soprattutto, assistiamo oramai da tempo alla diffusione selvaggia di siffatti impianti in assenza di una adeguata e puntuale regolamentazione comunale.
Le disposizioni vigenti in materia contenute nel Regolamento adottato nella seduta di Consiglio Comunale del 29.05.2000 risultano purtroppo inadeguate, in quanto anzitutto risalenti e soprattutto non rispondenti alla normativa di settore che ha imposto degli adeguamenti che nel Comune di Nettuno non sono mai stati effettuati.
Se la Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, Legge n. 36/2001, si pone tra i primissimi obiettivi quello di assicurare la tutela della salute della 2 popolazione dagli effetti dell’esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici ai sensi e nel rispetto dell’art. 2 della Costituzione, possiamo serenamente affermare che l’Ente Comune in questi ultimi anni non ha dimostrato, così come tutt’ora non dimostra di avere come primo interesse la salvaguardia della salute pubblica.
Il sacrificio alla salute che viene chiesto ai cittadini, rectius imposto ai cittadini, non può
più essere accettato passivamente.
Tornando all’aspetto normativo, emerge da subito una gravissima omissione dell’agire dell’Amministrazione che ha mancato di ottemperare agli obblighi e ai doveri imposti dalla normativa vigente.
Ebbene, la Legge n. 36/2001, come sappiamo, prevede che “i Comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico […]”.
E’ la successiva Legge Regionale n. 19 del 23.11.2022 ad individuare i criteri generali per la localizzazione dei siti di trasmissione e degli impianti per la telefonia mobile e le tecnologie assimilate, stabilendo altresì all’art. 9, comma 7 che “entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge e sulla base dei criteri di cui al comma 7, i Comuni, singolarmente o in forma associata, individuano, con proprio regolamento ai sensi dell’art. 8, comma 6 della L. 36/2001, i siti maggiormente idonei per la localizzazione di nuovi impianti di telefonia mobile e per la delocalizzazione di quelli esistenti, nonché i siti sensibili al fine di assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti di telefonia mobile e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, anche modificando o integrando gli strumenti di programmazione urbanistica”.
Tuttavia, il Comune di Nettuno è rimasto inerte al riguardo: manca la definizione dei siti sensibili, manca il censimento e l’individuazione cartografica organizzata, manca una mappatura generalizzata di tutti gli impianti già esistenti, manca l’individuazione di quelli vetusti che necessitano di essere dismessi.
Peraltro, il numero degli impianti esistenti è così elevato che con ogni evidenza le nuove allocazioni ed installazioni non rispondono all’esigenza di assicurare alla comunità una copertura del servizio di rete. Semmai costituisce una scusante a cui appellarsi per celare banalmente degli interessi economici talvolta dell’Ente stesso e, talvolta, di privati che lucrano concedendo in locazione aree di loro proprietà.
Proprio a tale riguardo, apprendiamo recentemente che all’interno del lotto di terreno posto all’intersezione tra Via Monte Asolone e Via dei Marmi in Nettuno, sarà prossima l’installazione di un nuovo impianto di trasmissione per la rete di telefonia cellulare.
Sebbene sul posto non sia visibile alcuna segnaletica tra quelle prescritte dalla legge, non vi è alcun cartello da cui apprendere gli estremi della concessione edilizia autorizzativa, la notizia della prossima 3 installazione veniva confermata dall’Ufficio competente in occasione di un incontro alla presenza del Commissario prefettizio in data 10 settembre u.s.
Al momento i lavori sembrerebbero essere sospesi, forse anche in risposta alle numerose segnalazioni dei cittadini e alle richieste avanzate dallo scrivente studio legale agli Uffici tecnici del Comune di Nettuno, per il tramite di ben 2 istanze di accesso agli atti, rimaste tuttavia, ad oggi, inevase.
Nonostante un primo spiraglio di apertura attraverso un tavolo di confronto presso la sede comunale alla presenza dell’Ufficio preposto, ad oggi nulla è stato rilasciato, sia rispetto alla documentazione ed agli atti richiesti, sia rispetto alle numerose criticità evidenziate afferenti al lacunoso quadro normativo in dotazione presso il Comune di Nettuno- rectius assente.
Quello che è noto è che l’area ove andrebbe installato il nuovo ripetitore è inglobata all’interno di una vasta area residenziale, densamente abitata, tra il territorio di Anzio e Nettuno, a poche centinaia di metri da un Ospedale pubblico (Ospedali Riuniti Anzio-Nettuno), una scuola primaria e dell’infanzia (Scuola Santa Barbara), due asili nido privati (“Mary Poppins” e la “Casa di Malù”, e prossimo al trasferimento un terzo asilo nido in via Santa Barbara “il Paese delle meraviglie”).
Inoltre il nuovo impianto si troverebbe a pochi metri dalla linea TERNA dell’alta tensione che attraversa già il medesimo lotto di terreno con una linea di tralicci ben visibili e, come se non bastasse, a distanza ravvicinata rispetto ad altri ripetitori ed impianti di trasmissione di telefonia nella medesima area, se ne contano almeno 4 in un raggio di poche centinaia di metri.
E allora ci si chiede come è possibile che sia stato rilasciato un titolo autorizzativo nonostante il Regolamento Comunale del 29.05.2000, attualmente vigente, preveda all’art. 2 il divieto di installazione di impianti per la rete di telefonia cellulare GSM e similari in zone a prevalenza di destinazione residenziale, peraltro con molti siti sensibili.
Rispetto all’eventuale titolo autorizzativo rilasciato, ci si domanda se sia stato correttamente acquisito un valido parere da parte dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente e in caso, se tale parere abbia tenuto debitamente conto della reale ed effettiva mappatura di tutti gli impianti che già insistono nella zona.
Ci si chiede se l’Arpa abbia effettivamente eseguito delle verifiche per sincerarsi che i limiti di emissione non abbiano già raggiunto dei livelli di saturazione da risultare lesivi per la salute pubblica e se abbia attentamente valutato: 

  1. la tensione prodotta dagli impianti già esistenti, 
  2. il limite di esposizione, 
  3. il valore di attenzione. 

Da qui la necessità di visionare tutta la documentazione a supporto, in forza del quale l’Ufficio tecnico avrebbe condotto la propria istruttoria e rilasciato poi il titolo autorizzativo per l’installazione 4 dell’impianto di cui in oggetto. Attendiamo fiduciosi di poter visionare gli atti, non appena il Comune evaderà l’istanza di accesso. La rappresentanza dei cittadini, firmatari della raccolta firme (circa 400 in poco meno di una settimana) costituisce un chiaro segnale della volontà e necessità di un cambiamento nella città di Nettuno, un grido di aiuto rivolto alle Istituzioni, assenti sul territorio, perché abbiano a cuore in primis la salute pubblica e la tutela dell’ambiente.
Ad oggi le informazioni che giungono sul possibile rapporto causa-effetto tra inquinamento da onde elettromagnetiche e leucemie- specie infantili- non sono rassicuranti, ed in questo terreno incerto, in un territorio con una frequenza di patologie oncologiche superiore alla media regionale (sul punto la relazione sullo “stato di salute della popolazione residente nel Lazio” del 2019) quello che ci si aspetta da una Amministrazione virtuosa è la salvaguardata della salute pubblica, ove la tutela sanitaria della popolazione e la tutela dell’ambiente più che una materia in senso stretto, rappresenti un compito nell’esercizio del quale lo Stato, le Regioni e ogni singolo Comune detti regole e standard di protezione uniformi validi e non derogabili per assicurare il diritto a vivere in una città sana, una città dove scegliere di far crescere i propri figli.
Con la presente auspichiamo di sollecitare le Vostre sensibilità e le Vostre coscienze, inserendo nel Vostro programma elettorale le istanze dei numerosi cittadini che rappresentiamo, attuando nei primi giorni di governo una chiara e puntuale risoluzione della più ampia problematica attraverso una regolamentazione adeguata e concertata, finanche della vicina Anzio”.