Chiusura totale da parte del Comune i Anzio, nei confronti del destino del Porto neroniano e del personale della Capo d’Anzio, rimasto incastrato nel procedimento che ha portato al fallimento della società che avrebbe dovuto realizzare il Porto.
La Commissione prefettizia, infatti, dopo una serie di incontri che si sono susseguiti con il personale fino all’inizio del mese di ottobre, in cerca di soluzioni che potessero traghettare la gestione almeno fino al rinnovo delle cariche politiche, dopo l’assegnazione temporanea della gestione del Porto alla Marina di Nettuno, ha deciso di interrompere le trattative e di chiudere i battenti.
La Commissione ha dato mandato al personale, a voce e senza atti deliberativi, di comunicare a chi ha sottoscritto un contratto di ormeggio di portare via la barca dal Porto entro il 15 ottobre. Un preavviso minimo e nessun atto formale per dare seguito a quella che sembra un’operazione di sgombero da attuare in tutta fretta.
A fronte della imminente chiusura del Porto, e alla evidente impossibilità di spostare le 400 barche ormeggiate in meno di 10 giorni, una parte del personale ha scritto una pec alla Commissione straordinaria, alla Regione Lazio, e all’Ufficio circondariale marittimo di Anzio per chiedere la possibilità di un affidamento provvisorio per la gestione delle imbarcazioni. Una gestione non onerosa per il Comune che potrebbe sostenersi con il pagamento dei canoni di ormeggio. Una richiesta invita lo scorso 5 ottobre a cui ancora non c’è stata risposta.
Il rischio concreto è che dal prossimo 15 ottobre, con le barche ancora ormeggiate, ad intervenire per la sicurezza sia l’Ufficio marittimo di Anzio che potrebbe trovarsi nella condizione di dover spostare una ad una tutte le barche ormeggiate. Un’operazione onerosa i cui costi rischiano di essere addossati proprio al Comune.
Senza considerare che, per la prima volta nella storia millenaria della città di Anzio, si assisterebbe alla chiusura del Porto.