Primo Piano

Processo Tritone, ecco le richieste di condanna del Pm per tutti gli imputati

Questa mattina, presso il Tribunale di Velletri, la requisitoria dei Pubblici Ministeri Giovanni Musarò e Giovanna Fini nel processo Tritone, ha chiesto condanne per circa 200 anni, nei confronti di 22 indagati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, cessione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione aggravata, detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato dal metodo mafioso.
L’inchiesta, lo ricordiamo, è stata portata avanti dalla Direzione Distrettuale Antimafia e dai Carabinieri di Roma ed ha portato, a febbraio del 2022, all’arresto di 65 persone direttamente collegate ai clan locali, Madaffari, Gallace, Perronace, Tedesco.
L’inchiesta ha portato allo scioglimento dei comuni di Anzio e Nettuno per infiltrazioni mafiose.
Di seguire tutte le condanne richieste dal Pubblico ministero:
Giacomo Madaffari 30 anni; Davide Perronace 24 anni; Luca Albarello 10 anni e 8 mesi; Nicola Chiriacò 4 anni e 6 mesi; Carmine Dell’Unto 3 anni e 3 mesi; Francesco Fiorino 4 anni e 6 mesi; Alessandro Glorioso 14 anni e 3 mesi; Manuel Gubitosi 4 anni; Angel Rostov Cotov 20 anni e 3 mesi; Claudio Lucifero 19 anni; Bruno Madaffari 19 anni; Alfonso Manera 19 anni; Simone Massida 4 anni e 6 mesi; Stefano Nardi 2 anni e 6 mesi; Casimiro Navarro 8 anni; Gabriele Perronace 15 anni; Elia Rillo 14 anni; Marco Rondinara 4 anni; Nicola Salvo 7 anni e 6 mesi; Mario Tedesco 8 anni; Fabrizio De Velis 3 anni.
Il Pm Musarò nei giorni scorsi aveva detto che la presenza delle infiltrazioni mafiose ad Anzio è Nettuno è un fatto accertato e che la situazione delle infiltrazioni, leggendo le intercettazioni, è “pari se non peggiore alle dinamiche che si registrano nei clan calabresi”.
Quindi ha ripercorso i legami tra clan e politica sottolineando il ruolo centrale di Davide Perronace nei rapporti con la politica, soprattutto ad Anzio.