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Morte bracciante indiano, la Commissione di Nettuno: “Offesa la dignità umana”

Nella giornata di oggi la Commissione Straordinaria di Nettuno ha voluto commentare, attraverso i social, la scomparsa del bracciante indiano Satnam Singh che ha perso un braccio per un incidente sul lavoro e non è stato soccorso dal datore di lavoro che lo ha abbandonato fuori casa. L’uomo è morto il giorno dopo.
“Rivolgiamo un pensiero al ragazzo, così tragicamente deceduto nelle campagne che confinano con Nettuno. La sua vicenda, che ha suscitato molta commozione nella popolazione locale, non può non interrogare drammaticamente le coscienze di chi riveste ruoli pubblici, di qualsiasi livello e responsabilità e gli stessi cittadini, almeno quelli più sensibili, sul grave fenomeno del lavoro nero/caporalato, soprattutto in agricoltura ed edilizia, ma anche nel terziario, con lavoratori, immigrati e non, sfruttati e sottopagati; ne risultano offesi la dignità umana e i diritti fondamentali delle persone. La perdita della vita, mentre si fa un lavoro, soprattutto se in condizioni di acclarata illegalità e abusivismo, non può accettarsi passivamente, ne si si può continuare a indulgere ipocritamente a silenzi e indifferenza. Si tratta di un problema di civiltà in una società dominata dalla razionalità tecnica e dal determinismo tecnologico, con il prevalere di un’economia a volte piratesca, selvaggia e schiavista che sembra non nutrire remore o preoccupazioni per il progressivo evaporare del senso di umanità che dovrebbe permearla. Forte e vivo è l’auspicio di controlli più capillari ed efficaci sulle modalità di svolgimento di qualsiasi lavoro e comunque, di quelli notoriamente a più alto tasso di incidenti, a tutela della vita umana”.
Fabiano Aureli