“La morte di Satman Singh della comunità indiana oltre riportare alla luce realtà atroci di caporalato e schiavismo, porta alla luce realtà “secondarie” che riguardano i quartieri dei nostri territori dove vivono da decenni comunità di stranieri, in primis la comunità indiana”.
Lo scrive in un commento Maria Cupelli, da sempre vicina alla comunità Indiana di Lavinio.
“Una comunità – aggiunge – con la quale da tantissimo tempo interagisco per facilitare il processo di accoglienza ed integrazione nel tentativo di abbattere il muro dell’indifferenza verso realtà che sono parti integranti del territorio ma vissute secondo luoghi comuni come intruse. Nel corso degli anni le amministrazioni di destra che hanno governato Anzio, hanno scelto di relegate questi quartieri in serie B. Non a caso Lavinio è stato soprannominato “Lavindia” dagli stessi che avevano il dovere di gestire e governare realtà multi etniche al pari del resto della Citta. A nulla è valso il tentativo di chi con impegno e fatica proponeva alle amministrazioni di turno di riqualificare realtà ricche dei valori dell’inclusione e dell’integrazione. Tra non molto, vista la imminente campagna elettorale, sentiremo parlare di grandi impegni e grandi progetti per riqualificare una città la cui bruttezza imperversa oramai anche nel salotto buono (il centro storico). Basterebbe promettere anche meno, basterebbe un approccio culturale e politico nuovo, basterebbe non dividere il territorio in serie A e serie B. Basterebbe iniziare ad investire anche sul valore aggiunto della multietnicità di cui è ricco il territorio.. Solidarietà e vicinanza alla famiglia di Satman Singh vittima di omicidio sul lavoro”.
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Maria Cupelli: “Solidarietà alla comunità indiana per l’omicidio di Satman Singh”
"La morte di Satman Singh della comunità indiana oltre riportare alla luce realtà atroci di caporalato e schiavismo, porta alla luce realtà