Riceviamo e pubblichiamo
Al Direttore Responsabile de “Il Clandestino”
Bellissima la professione di giornalisti, bellissima e di responsabilità.
Per la stampa locale una responsabilità ancora maggiore in quanto si tratta di problemi pratici della vita di tutti i giorni, ovvero di informare i cittadini su “progetti e proposte per la città”
Sbattere il “mostro” in prima pagina però non è corretto.
Nell’articolo riferito alla attività interna del PD di Nettuno mi ritrovo come uno dei responsabili di aver fatto saltare l’accordo sottoscritto “da tutti“.
Il mio rammarico è di doverti sottolineare che prima di riportare il mio nome, per la professionalità che ti riconosco, avresti dovuto richiedere il mio pensiero su quanto argomentato.
Come si dice “una telefonata salva una vita”, in questo caso una figuraccia.
Solo così avresti potuto riportare quanto esattamente accaduto.
Per questo a tutela della mia persona mi corre l’obbligo di sottolineare che:
Il sottoscritto e l’amico Roberto Imperato non eravamo presenti all’incontro a cui si fa riferimento;
L’amico Massimo Milo con il quale ci confrontiamo continuamente mi risulta si sia espresso, cosa condivisa con noi, per un passaggio che prevedesse la presenza esclusiva negli organismi in costituzione di amici tesserati nella sezione di Nettuno.
Questo per chiarire che la nostra posizione era di natura politica.
Con la presente si richiede una rettifica in merito quanto riportato nell’articolo in oggetto e mi permetto di chiedere dandone uguale evidenza.
Cordialmente, Giuseppe Combi
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Caro Giuseppe Combi, usare l’espressione “sbattere il mostro in prima pagina” per aver raccontato che una componente del Pd ha posto il veto sul nome di un esponente politico nel Direttivo è imbarazzante.
La dinamica che si è verificata all’interno del partito ci è stata raccontata da diverse anime, tutte concordi su quanto accaduto. Dinamica che di fatto, con questa ‘rettifica’ confermi.
Il fatto che insieme a Roberto Imperato non eravate presenti nulla toglie al fatto che, con nome e cognome, avete preso una precisa posizione che ha portato a chiudere la trattativa, ponendo il veto sul nome di Ernesto Flamini, posizione espressa in maniera chiarissima.
La professionalità che ci riconosci, pur mettendola evidentemente in dubbio con questa rettifica, non impone in nessun caso di dover chiamare gli esponenti politici che si citano negli articoli quando i fatti sono certi, come in questo caso.
La ‘figuraccia’ che ci imputa si fa quando, dopo aver preso una posizione chiarissima, non si ha piacere che questa venga riportata sulla stampa.