Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una cittadina che ha avuto una pessima esperienza al Pronto soccorso di Anzio.
“Inizio questa mia lettera ringraziando il costante lavoro svolto dal personale presente al pronto soccorso del Riuniti di Anzio, perché non posso negare di aver osservato durante le interminabili attese il prodigarsi del personale nell’accogliere i molteplici casi che si presentano durante tutto l’arco delle 24 ore.
Ciò che mi ha più rammaricato è stato il fatto che, durante un momento di grande preoccupazione per mia madre, nonostante lunghe attese e tanta gente che mi passava davanti senza problemi, mi sia stato negato di vedere mia madre anche solo per cinque minuti.
Sono stata “minacciata” di denuncia da un infermiera perché a dir suo io la offendevo nel momento in cui le chiedevo se anche lei avesse una madre.
Vedendo l’ostilità e la totale mancanza di empatia della signora. Non vedere mia madre per me era impossibile, per questo mi sono vista costretta a far intervenire le forze dell’ordine che fortunatamente hanno immediatamente provveduto a farmi avere un colloquio con il medico di turno e finalmente far visita a mia madre. Purtroppo ho trovato mia madre col pannolone sporco e le sue vesti sporche di vomito dalla notte. Sottolineo il fatto che ero presente in Pronto soccorso con il cambio che nessuno ha provveduto a portare a mia madre.
Ora mi sembra assurdo che il personale, che svolgono un lavoro così importante, non riescano a capire l’importanza del non far sentire abbandonate le persone che sostano in pronto soccorso. Mi sembra assurdo sentirsi rispondere dal personale, una volta sottolineata questa situazione, che il pronto soccorso non è un reparto dell’ospedale, ed è assurdo non consentire ad un parente di fare una breve visita ai propri cari che stanno male, assurdo è vedersi trattare come una stupida.
Si, siete dei pubblici ufficiali, e per il lavoro che svolgete avete diritto a tutto il rispetto, ma il fatto che non teniate conto delle innumerevoli critiche e segnalazioni che vi arrivano ogni giorno, non vi porti a cambiare e a migliorare il vostro atteggiamento. Questo fa pensare che alcune persone che lavorano in questo ospedale abbiamo perso il lato umano, diventando ciniche macchine che hanno forse dimenticato perché hanno scelto di svolgere questo nobile lavoro.
Con l’augurio di non smettere mai di svolgere con amore e pazienza il vostro lavoro vi lascio i miei più cordiali saluti”.
Lettera firmata