E’ nato a Roma, si è trasferito ad Anzio, nella zona di Lido di Lavinio negli anni ’90 dove ha imparato a fare il pizzaiolo e adesso, dopo una tappa in Australia, vive in America dove ha portato il prodotto tipico dell’italianità e dove ha il sogno di aprire una pizzeria tutta sua. Parliamo di Guido Tofani, che dall’America segue le vicende di Anzio e Nettuno seguendo il nostro giornale.
“Quando ero giovane – ci racconta ripercorrendo le tappe della sua vita – mi è venuta la passione della pizza che in effetti ho sempre avuto, fin da ragazzino, perché mi piace moltissimo, mi appassionava mangiala e poi realizzarla.
Ad Anzio ho imparato da un Maestro, Marcello Fotia. Ho fatto il corso da pizzaiolo e ho fatti un apprendistato di tre mesi, ho lavorato ad Anzio per tutta la stagione estiva e poi ho deciso di partire e girare il mondo. Sono stato due anni in Australia, prima ho lavorato nelle Farm per ottenere il permesso di lavoro, poi ho fatto il pizzaiolo e poi mi sono focalizzato sulla ristorazione e sui locali”. Poi, quasi per caso, la decisione di raggiungere l’America.
“L’America per me è sempre stata un pallino nella testa – ci racconta – avevo e ho amici che vivono qui tra cui un grande chef amalfitano ed è stato proprio lui a dirmi i venire qui. Stava aprendo dei locali, mi ha invogliato e ho deciso di andare e tentare la sorte.
Sono stato prima a San Diego in California adesso sono a Sacramento. Ho lavorato per anni come kikstarter, con contratti a tre e sei mesi per avviare al lavoro chi apriva un locale e puntava sulla pizza. Anche a breve farò la stessa cosa. Sto aprendo una pizzeria per conto di una nuova compagnia, il mio lavoro è stato sempre nel kikstarter: vado insegno come fare impasto, pizza, gestione del locale. Sono praticamente un Maestro che lavora per diffondere una cultura della pizza di qualità. Ci sono margini di grande crescita su come si fa la pizza e dopo anni passati a mangiare prodotti davvero scadenti, anche l’America sta arrivando a dei livelli quasi italiani. Prima gli americani tendevano ad usare impasti di qualità nettamente più pesante, oggi capiscono la differenza.
Ho fatto tanta gavetta, sono stato a Los Angeles a New York sempre per lavorare e aprire locali. In questo settore ci sono pro e contro, se fai solo le aperture ti basi su un contratto format di circa tre mesi ma si guadagna bene. In ogni caso sto lavorando perché l’obiettivo è quello di aprire la mia pizzeria”.
Il prossimo progetto di Guido è l’apertura di BPM Burghers, pizza e moore un ristorante singolo che la proprietarie intende espandere in altre location. L’obiettivo di Guido è aprire il suo locale a Sacramento dove si è sposato ed ha avuto due figli.
“Mi sono sposato in America – spiega – con mia moglie Viola e ho due bimbi, un maschio che si chiama California e una femmina che si chiama Roma Sofia.
Qui faccio una pizza mista tra la napoletana e la piazza classica. La pizza più richiesta dagli americani è la capricciosa”. Hai intenzione di tornare un giorno? gli chiediamo.
“Amo l’Italia, mi manca da morire, il mare e il Litorale d’inverno e prendere ispirazione per le pizze, ad Anzio ho tanti amici ma a livello professionale, purtroppo non c’è sicurezza e vivere in America mi permette una vita migliore. Mia moglie fa psicologa e chiedere di cambiare vita e mentalità non sarebbe facile. Mi manca anche la mia famiglia, chiamo mia madre tutti i giorni, ma la mia vita ora è qui”.
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