Lo scorso 6 febbraio il personale della Capitaneria di Porto di Anzio aveva posto sotto sequestro una parte de La Capannina, la scuola di surf che si trova sul molo della Capo d’Anzio. La contestazione mossa al titolare era quella di stare ristrutturando con del cemento lo scivolo a mare ammalorato dall’usura.
La Capitaneria ha contestato lavori non autorizzati ed il sequestro è stato convalidato.
Oggi, a distanza di poco più di un mese, l’Amministratore unico della Capo d’Anzio Cinzia Marzoli, tramite pec ha inviato una diffida al titolare della Capannina a “lasciare le aree demaniali occupate che devono intendersi inibite a qualsiasi utilizzo da parte di terzi non autorizzati entro 5 giorni dal ricevimento della comunicazione”.
Lo sfratto della Capo d’Anzio, si legge nel documento, arriva a seguito della richiesta di documenti al titolare “attestante la legittimità dell’attività esercitata in zona demaniale”.
In sostanza la Capo d’Anzio ha chiesto al titolare i documenti della concessione, le licenze commerciali connesse, e tutte le certificazioni che attestino la regolarità dello svolgimento delle attività del Circolo.
Nel documento di diffida la Capo d’Anzio sostiene che i documenti richiesti a inizio febbraio non siano mai stati consegnati.
Diversa la versione del titolare della concessione, che ha già coinvolto il suo legale.
“Ho consegnato tutta la documentazione che mi è stata richiesta, tra l’atro più volte, all’avvocato della Capo d’Anzio – ci spiega il titolare della Capannina – e a gennaio ho pagato l’ultimo canone annuale. Sono sorpreso del fatto che la Capo d’Anzio mi abbia chiesto il pagamento del canone a fine gennaio senza essere certa che io avessi le carte in regola per l’attività. Ora la questione sarà affrontata dal mio legale”.