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Cani aggressivi o killer, il dottor Verde di Nettuno: “La colpa è dell’uomo”

Dopo la morte di un uomo che correva a Manziana, aggredito da due Rottweiler e un pastore tedesco che ha assalito la sua padrona e la nipotina di 2 anni ad Anguillara, si torna a parlare di “razze di cani pericolose”. A dire la sua sull’argomento alla testata Affaritaliani, il dottor Marcello Verde, veterinario e responsabile dell’infermeria della Scuola della Polizia di Stato a Nettuno che si occupa anche dell’addestramento delle unità cinofile.
“I cani non impazziscono – ha detto – sono convinto che dietro questi dolorosi episodi ci sia un problema di natura addestrativa. Non è carattere o comportamento ma eventuali caratteristiche del cane che devono essere stemperate. C’è la territorialità, la dominanza, ma scatta sempre qualcosa. Il cane non impazzisce. In campo umano abbiamo turbamenti o riflessioni, che scaturiscono nel tentativo di omicidio se non peggio. Non è però il caso dei cani, la colpa è sempre dell’uomo, lo ripeto, non dell’animale”.“Potenzialmente esistono razze pericolose, ma solo sulla carta. Ricordate i pitbull da combattimento? Ebbene non lo facevano in maniera naturale, per cattiveria innata, ma per mano dell’uomo. L’uomo ha esaltato e guidato la sua mordacità. Quanto alle razze io sarei favorevole alla segnalazione di alcune nella misura in cui bisogna far capire all’uomo che i cani non sono uno strumento ma un modo per l’uomo di comunicare con le persone che lo circondano. E sempre per educare l’uomo, i bambini piccoli non devono andare in giro con un cane potenzialmente pericoloso”.
“Sino a qualche anno fa un patentino per i proprietari di determinate razze c’era con un piccolo colloquio presso l’Asl che poi potevano decidere. Ora non esiste più. Sarebbe una cosa importate per stabilire se il proprietario può o non può averlo. Fondamentalmente il cane dal punti di vista caratteriale è lo specchio del proprietario. Posso aggiungere che il mercato estero ha rovinato tanti aspetti… I cani devono rimanere con madre e padre almeno per i primi 3 mesi prima di essere venduti e se il mercato toglie loro l’imprinting di specie potrebbe generare un animale problematico. Per i due incidenti si dovrebbe indagare partendo da questo aspetto”.
Ma come si capisce se un cane è potenzialmente pericoloso? “I primi segnali sono il ringhiare che è una richiesta di distanza, poi lo sbadiglio eccessivo e persino l’estroflessione del pene nei maschi sono evidenze da non trascurare. Sono segnali di paura che nel lungo termine potrebbero generale violenza. Una risposta a una violenza fisica o comportamentale che il cane potrebbe aver subito. Quando uno percepisce qualcosa è meglio rivolgersi subito all’istruttore o addestratore. Bisogna spiegare cosa accade e poi bisognerebbe affiancare una una terapia comportamentale, almeno all’inizio. Molte persone prendono i cani per difesa. Il cane può anche fungere come cane da difesa ma non può essere solo uno strumento. Sono esseri senzienti, non oggetti”.