Home Notizie Anzio Marconi: “Il futuro di Anzio è un porto da 650 posti barca”

Marconi: “Il futuro di Anzio è un porto da 650 posti barca”


Anni di cause giudiziarie con il Comune di Anzio e bilanci in perdita non hanno intimorito la società Marinedi che ribadisce la disponibilità a supportare finanziariamente ed operativamente la Capo d’Anzio spa e l’iniziativa di riqualificazione del porto di Anzio.
A spiegare perché per il porto di Anzio e la Capo d’Anzio, nonostante un bilancio che chiude in perdita per quasi 600mila euro, ci sia ancora speranza, è Renato Marconi, amministratore unico di Marinedi Group. Nei giorni scorsi Marconi ha scritto alla commissione prefettizia di Anzio sottolineando le difficili condizioni economiche della spa, mettendosi a disposizione e chiedendo alla Commissione stessa una chiara presa di posizione.

Marinedi Group si offre ancora una volta di sostenere economicamente la Capo d’Anzio spa, perché dopo 10 anni di investimenti e cause con il Comune, Marconi tende nuovamente la mano alla società che gestisce il porto?

“Questo è il nostro lavoro – spiega Marconi che detiene il 39% delle azioni della Capo d’Anzio spa – Anzio è una grandissima opportunità essendo uno dei pochi porti in Italia nei quali vale la pena investire, vista l’evoluzione della portualità turistica. Avremo meno barche in futuro, ma aree portuali più frequentate, in questo modo ci saranno meno porti, a vantaggio di qualche zona ad alta frequenza. Anzio sarà sicuramente uno di quei pochi porti in Italia interessato da investimenti importanti e sarà in grado di portare un ritorno economico importante alla città e al territorio. Nelle nostre intenzioni e nella nostra rete di porti Anzio è destinata ad essere il fiore all’occhiello”.

Il porto di Anzio ha dei problemi oggettivi, l’insabbiamento del porto che mette in difficoltà il settore della pesca di conseguenza la ristorazione. Pensa che la città sia pronta a puntare su questo progetto di riqualificazione?

“Un porto come questo offre un ritorno economico di alcune decine di milioni di euro all’anno. E’ evidente ad Anzio qualcosa non funzionava nel tessuto produttivo della città. In 10 anni siamo stati vittime di minacce, sabotaggi e intimidazioni. Il Comune sicuramente non ha collaborato alla realizzazione del progetto. Più facevamo bene, più si creavano tensioni. Un significato importante lo ha sicuramente anche lo scioglimento del comune, credo che le indagini porteranno ad un cambiamento importante in città.
Noi restiamo in attesa, perché vogliamo essere i protagonisti di un progetto che siamo assolutamente in grado di realizzare dal punto di vista legale ed economico. Immaginate che in un porto come Anzio, con i futuri 650 posti barca a 50 km da Roma, si creeranno oltre 200 posti di lavoro onesti e controllati”.

La situazione di cronaca di Anzio, in qualche modo vi ha penalizzato?
“Non abbiamo avuto nessun tipo di relazione negativa con competitor professionali e commerciali, gente che fa il nostro stesso lavoro. Ad Anzio, invece, appena si sfoglia qualche pagina di giornale molti investitori si allontanano. Noi riteniamo di avere coraggio e la giusta conoscenza del territorio. Io sono abituato a parlare con i fatti e dal 2013 siamo stati chiamati dal Sindaco Bruschini a soccorrere la Capo d’Anzio che era in fallimento. In 10 anni abbiamo affrontato i debiti, riuscendo a risanarli nel 2021, e a rimettere a posto le carte della società. Per risolvere la situazione debitoria sono stati investiti circa 2 milioni di euro. Non solo, abbiamo redatto un progetto per la messa in sicurezza della marina e per realizzarli sono stati spesi oltre 400 mila euro per ammodernare tutti i servizi e gli ormeggi. Inoltre, con una lunga battaglia giudiziaria, abbiamo sgomberato le aree occupate dagli abusivi. In questi anni, con questa attività, abbiamo portato il bilancio fortemente in perdita della società a raggiungere una stabilità con degli utili, seppur piccoli. Questi sono fatti incontrovertibili.
In questi 10 anni abbiamo lavorato per ingrandire e migliorare il porto approvando il progetto di seconda fase, che con un investimento di 25 milioni di euro, porterebbe alla costruzione di altri posti barca, per un totale di 650. Di pari passo è stato approvato il progetto per la terza fase che si sviluppa nella parte esterna della marina.
E’ in questo frangente che le cose sono cambiate e non in modo positivo, speriamo di riuscire a cambiare tutto”.

Parliamo di grandi progetti, ma il porto di Anzio rimane insabbiato, mettendo in pericolo le barche dei pescatori e le barche da diporto. Perché non si è trovata ancora una soluzione per acquistare la draga?
“Il porto di Anzio ha bisogno dell’intervento di una draga annualmente. Nella concessione demaniale è previsto che alla fine dei lavori per i 650 posti barca l’impegno per il dragaggio spettasse alla Capo d’Anzio. Se fosse stato costruito il porto con il giro d’affari previsto sarebbe stato semplice affrontare le spese per la manutenzione annuale del fondale. Per questo sono fermamente convinto che quest’opera si debba realizzare e attualmente ci sono le condizioni perché ciò accada”.