“Turismo sostenibile” è entrato nel nostro lessico quotidiano. Anzi, nel 2023 il 69% dei turisti di tutto il mondo ha organizzato le vacanze scegliendo di passarle a contatto con la natura anteponendo “l’experience” al confort e preferendo il patrimonio culturale immateriale a quello culturale materiale e storico.
“In questo panorama globale di abitudini che cambiano, Nettuno come si comporta? Sorge spontanea la domanda perché non si può dimenticare l’immensa ricchezza naturalistica che questo territorio offre. Il comune del tridente vanta un’area naturale preservata e rimasta intatta da millenni tra terra e mare” spiega Daniele Occhiodoro, presidente del consorzio turistico mare di Roma (www.marediroma.it) e imprenditore nel settore a Nettuno.
“Siamo ad un passo da Roma, poco più di 50km, e le nostre strutture hanno difficoltà ad intercettare i flussi di visitatori ai quali offrire al loro viaggio nella Capitale un’esperienza a contatto con la natura nelle nostre aree verdi. Quello che manca è il dialogo tra istituzioni locali in primis e con le grandi strutture romane. Nel 2025 ci sarà il grande appuntamento con il Giubileo e Roma sarà troppo affollata dai turisti. Le stesse grandi strutture avranno bisogno di dialogare con le realtà locali e raggiungere in modo sempre e più capillare i territori delle aree interne. Allo stesso tempo è fondamentale portare alla luce i bisogni degli amministratori locali, degli operatori, della cittadinanza attiva, dando spazio al dialogo aperto e al confronto tra i ruoli, alla ricerca di concreti punti d’incontro. È palese, alla luce delle gravi carenze che chi decide di soggiornare a Nettuno riscontra, la necessità di una maggiore collaborazione tra partner locali fino a creare un vero e proprio ecosistema di attività, anche in settori diversi fra loro, che a tutto tondo rendano la nostra città accogliente.
Per creare una città turistica i cittadini devono avere la cultura del turismo alimentando il Networking e facilitando le connessioni di rete territoriale fra operatori anche per fornire strumenti formativi professionalizzanti e poter concretizzare l’entusiasmo, i talenti e le risorse, in prodotti di valore competitivi sul mercato” conclude Occhiodoro.