La Procura di Velletri ha chiuso le indagini sulla cohousing di via Isernia ad Ardea, partite da un blitz della Polizia il 18 dicembre dello scorso anno, a seguito del quale sono state arrestate quattro persone tra cui Maricetta Tirrito. L’attivista contro la violenza sulle donne e per la lotta alla mafia, nonché presidente dell’associazione “Laboratorio Una Donna”, è accusata insieme con il compagno Fabio Corbo, la collaboratrice Silvana Loconte, e un medico di base di Ardea sospeso dal servizio per 12 mesi, di circonvenzione di incapace al fine di sottrarre beni di proprietà, esercizio abusivo della professione medico infermieristica e falso ideologico in atto pubblico.
Nella residenza per anziani di Ardea, tenuta in pessime condizioni igienico-sanitarie, una quindicina di persone quasi tutti di Anzio, e una donna straniera reduce da una malattia infettiva con la figlia di 16 anni, che vivevano nella muffa e con gli escrementi di topo, oltre ad essere vittime inconsapevoli di un “sistema di spoliazione ed appropriazione del patrimonio, economico ed immobiliare” che sarebbe stato messo in atto in particolare nei confronti di due soggetti anziani affetti da gravi patologie psico fisiche.
Il Tribunale ha stabilito che la Tirrito resta in carcere. Il giudice infatti ha respinto la richiesta di revisione dell’ordinanza di custodia cautelare ed ha confermato i domiciliari nei confronti del suo compagno Fabio Corbo e la collaboratrice.