Erano tutti anziani benestanti gli ospiti della ex casa di riposo in co-housing, senza autorizzazioni, Silver Cohousing Ardea di via Isernia, della paladina antimafia Maricetta Tirrito, ora in carcere a Rebibbia con l’accusa di aver approfittato delle precarie condizioni di salute di alcuni anziani per privarli dei loro beni e di averli accuditi senza le giuste figure professionali.
Dei 15 ospiti della ex casa di riposo molti avevano cospicui conti in banca e libretti personali. Anziani spesso soli, con parenti lontani, e forse proprio per questo diventati vittime ideali di truffe, oltre al fatto di essere gestiti in una situazione di precaria attenzione igienico-sanitaria. Ma come sono arrivati ad Ardea questi anziani soli e benestanti? Le indagini ora stanno cercando di capire come gli ospiti siano stati selezionati.
Nell’ordinanza di custodia cautelare con la quale il gip Giuseppe Boccarrato ha disposto il carcere per la Tirrito, il giudice ripercorrendo l’elenco degli ospiti della co-housing precisa che molti di loro provenivano da una casa di riposo di Anzio, in zona Lavinio, accompagnati da certificati medici di specialisti che ne raccomandavano l’assistenza continua perché gravemente malati e non autosufficienti.
L’opposto delle condizioni di salute richieste a chi deve essere ospitato presso una struttura come la Silver. Ecco quindi il perché del sospetto che ci possano essere state segnalazioni mirate per far finire anziani prescelti in una struttura dove non c’era alcuna assistenza medica e nemmeno di altro genere, come confermato da chi indaga.
Complicità insomma che potrebbero emergere nel prosieguo delle indagini portate avanti dal commissariato di Anzio, che ha raccolto già nelle settimane scorse molti elementi sull’attività segreta della paladina antimafia. Tra gli obiettivi anche aprire una sede ad Anzio, proprio nella casa sottratta ad uno degli ospiti poi deceduto.
