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Aperitivo Scientifico del Progetto Europeo SeaPaCS ad Anzio

Il 25 novembre, presso la sede di Anzio della Lega Navale Italiana, si è tenuto l’evento finale del Progetto Europeo SeaPaCS (Cittadini-Scienziati contro la Plastica in Mare).
Hanno partecipato circa 35 cittadini, in rappresentanza principalmente delle associazioni che hanno collaborato con SeaPaCS durante le sue attività.
L’evento è stato introdotto da Federico Fornaro, in rappresentanza della Lega Navale Italiana di Anzio e dell’agenzia di stampa Raw-News (partner del progetto), poi la Dott.ssa Chiara Certomà (Università di Torino), coordinatrice del progetto, ha illustrato alla platea le attività svolte in questi ultimi sei mesi di lavoro: le mostre fotografiche di Giuseppe Lupinacci “Anzio in fondo al mare” e “Esplorazioni nella Plastisfera”; la partecipazione a convegni nazionali ed internazionali; il breve video girato da Giuseppe Lupinacci “Searching for Plastic”; il primo aperitivo scientifico e “collaboratorium”; il reportage “Pescando Plastica” a bordo del peschereccio “Paola Madre”; le interviste ai pescatori sul problema dell’inquinamento marino; la mappa concettuale redatta dopo l’analisi delle interviste; il campionamento delle microplastiche in porto e al largo delle coste di Anzio a bordo della barca a vela “Lady X”; il lavoro svolto sulla sensibilizzazione sul problema della plastica e dei rifiuti sulle banchine del porto di Anzio; la stesura di alcune proposte politiche per un’isola ecologica sulle banchine; la presentazione al pubblico delle nuove cassette del pesce che saranno consegnate ai pescherecci di Anzio; il fablab “Precious Plastic” con i bambini delle scuole di Anzio; la collaborazione con lo YouTuber Saverio Lalli; il breve video girato da Giuseppe Lupinacci “Something’s happening”; gli articoli e i blog scritti durante il progetto; la mostra fotografica “Assemblaggi Oceanici” di Giuseppe Lupinacci.
Sono stati riportati i risultati delle interviste e delle consultazioni con i lavoratori del mare, in particolare i pescatori della pesca a strascico e della “piccola pesca”, quali testimoni fondamentali del problema dell’inquinamento da plastica e sull’eventuale recupero e smaltimento della plastica incontrata in mare. I risultati sono stati integrati in una mappa concettuale riassuntiva.
Sono stati identificati i principali temi di discussione che includono: modifica nel tempo, quantità, tipologie di rifiuti, origine, azioni ed effetti correlati. I pescatori hanno segnalato che, mentre la presenza di plastica in mare è aumentata negli ultimi decenni (maggiore visibilità nelle acque costiere) nei fondali dove si pratica la pesca a strascico, la quantità è minore. Molti degli oggetti rinvenuti in acqua sembrano derivare dalle stesse attività di pesca (reti fantasma, tubi di polpi, cavi…) o potrebbero raggiungere il mare tramite fiumi e corsi d’acqua interni. Durante le attività di ricerca di campo è stata rilevata con loro la presenza di macroplastiche in mare nelle acque costiere fino alle 10 miglia, nell’area che si estende dal porto di Anzio al porto di Nettuno. I pescatori hanno riferito che, sebbene durante il periodo estivo, in ragione delle condizioni di mare calmo (nonché dello scarso apporto dei fiumi per la mancanza di piogge) la plastica e i rifiuti di origine antropica tendono ad accumularsi sul fondo e quindi vanno a costituire un 15-20% circa del pescato ad ogni traino, durante il periodo invernale e con mare mosso, questi possono arrivare a costituire anche il 50% del pescato, arrivando a riportare a terra circa un sacco nero grande per i rifiuti al giorno. Prevalentemente viene recuperata plastica frammentata di bottiglie, contenitori e imballaggi.
Inoltre, i pescatori hanno riferito che gli attrezzi da pesca abbandonati o persi possono causare gravi problemi alla navigazione poiché questi si intrecciano con il dell’elica, mentre i film plastici potrebbero intasare il sistema di raffreddamento del motore provocandone il surriscaldamento. Questi danni possono costare ai pescatori migliaia di euro, quindi la plastica, notano, provoca non solo un danno ambientale, ma anche economico.
In termini di azioni correlate, i pescatori hanno riferito dei numerosi tentativi, negli ultimi anni, di creare un sistema efficiente per la raccolta della plastica e dei rifiuti in generale nel porto di Anzio, ma hanno anche riferito che tutti questi tentativi sono falliti. Hanno quindi auspicato e confermato la volontà di collaborare alla realizzazione di un’area collettiva per lo smaltimento dei rifiuti nel porto, con uno spazio dedicato per ogni imbarcazione per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti o pericolosi.
In generale, i pescatori si sono detti felici di recuperare plastica e rifiuti marini per contribuire a mantenere puliti i nostri mari, ma hanno evidenziato anche la necessità di creareunsistemadiraccoltadifferenziatadeirifiutialportoconcontrollielimiti all’accesso, nonché con l’istituzione di una filiera dedicata per il riciclaggio e il corretto smaltimento dei rifiuti pescati in mare, così come la creazione di un sistema di incentivi aumenterebbe la partecipazione alla raccolta dei rifiuti in mare da parte di pescatori e marina.
È stato poi proiettato per la prima volta il nuovo e ultimo video del progetto, “SeaPaCS – il video” (girato e diretto da Giuseppe Lupinacci e Federico Fornaro).
Chiara Certomà, inoltre, ha introdotto i progetti di follow-up di SeaPaCS, mostrando al pubblico il catalogo fotografico “Making Science Public” (https://www.raw-news.net/photos/), il libro “Blue Kinship. An exploration of society & the ocean relationship ” che è in fase di scrittura in questo momento, e l’iniziativa “L.A.D.I. & the Sea”, patrocinata dal Rotary Club Costa Neroniana.
Una copia della presentazione del Dott. Certomà è disponibile al link
https://crowdusg.files.wordpress.com/2023/11/presentazione-final-collab- chiara.pdf
Successivamente, Luisa Galgani (GEOMAR Kiel e Università di Siena) ha mostrato alla platea i primi risultati dell’analisi dei batteri sui campioni plastici raccolti in porto e al largo delle coste di Anzio nonché la composizione (in termini di tipologie di polimeri plastici) dei frammenti rinvenuti durante le due giornate di monitoraggio partecipativo con i cittadini nel mese di luglio 2023. La copia della sua presentazione è disponibile al linkhttps://crowdusg.files.wordpress.com/2023/11/20231125_seapacs_luisa_collab2_ drive.pdf.
In sintesi, sul totale dei frammenti di plastica raccolti, la maggior parte dei polimeri di plastica trovati galleggianti in superficie nei campionamenti di luglio, sia nel porto di Anzio che lungo la costa, era composta da polietilene (62%), polipropilene (27%), polistirene (6%) e altri tipi di plastica (gomma, ad esempio) in minoranza. Questo è in linea con l’uso di questi principali tipi di polimeri negli imballaggi (circa il 40% della produzione totale di plastica europea) e che sono anche quelli maggiormente presenti nell’ambiente perché, spesso, impropriamente smaltiti. Va anche notato che altri polimeri, più densi dell’acqua di mare e che, quindi, affondano, non sono stati osservati perché l’approccio di campionamento si è concentrato sulle particelle galleggianti e non sui detriti “nascosti” all’interno della colonna d’acqua che possono rappresentare un’altra grande porzione di tutta la plastica in mare. È interessante notare che il polistirene era presente solo nei campioni del porto e tutti i frammenti trovati erano specificamente polistirene espanso (polistirolo), collegandolo molto probabilmente alle attività di pesca. Per quanto riguarda gli organismi microbici presenti sui detriti di plastica rinvenuti, i campioni del porto erano colonizzati da classi di microrganismi del microbioma umano, e quindi provenienti da acque reflue, mentre la loro presenza nei frammenti campionati lungo la costa era limitata. Ciò che è risultato evidente dall’analisi è che il porto è sicuramente un ambiente molto diverso rispetto alla costa, che porta a una diversa selezione di specifiche comunità microbiche a causa delle diverse condizioni fisiche e chimiche ambientali.
Durante l’evento era presente Laura Buffa di AlterEquo con le sue creazioni realizzate con la plastica trovata sulle spiagge. Al termine delle presentazioni, la Lega Navale Italiana ha offerto un aperitivo.
Pagina dell’evento: https://crowdusg.net/2023/11/10/seapacs-2nd- collaboratorium/
Pagina del Progetto SeaPaCS: https://crowdusg.net/seapacs/
Catalogo fotografico “Making Science Public”: https://www.raw-news.net/photos/