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Sequestro Madaffari, nei beni sotto custodia anche un bosco e un vigneto

Nel dispositivo di sequestro dei beni del Boss Giacomo Maddaffari, una storia criminale che inizia a Milano negli anni ’70, e arriva al vertice quando si trasferisce ad Anzio, in zona Lavinio, da dove nasce l’impero economico che da ieri fa parte dei beni dello Stato.
Nel mirino dei carabinieri della Direzione Distrettuale Antimafia, oltre all’abitazione principale di Madaffari anche altri 7 immobili di lusso, un vigneto nel comune di Aprilia ed un bosco a Nettuno. Sequestrate anche un ‘Audi A 5 e due Ranger rover Evoque intestate a un parente e un prestanome, e la società Autoexpo. Sotto sequestro anche libretti postali e conti correnti per un importo superiore ai 500 euro.
La Corte ha disposto la misura certificando la pericolosità sociale del Boss che, secondo gli inquirenti faceva dell’importazione e dello spaccio di droga il suo traffico principale, specificando la grande sproporzione tra reddito dichiarato e beni di profeta, nonché tenore di vita. I Magistrati, nel descrivere la personalità criminale di Madaffari sottolineano come i reati minori a cui è stato condannato siano “una spia di un percorso criminale esistenziale”.