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Festa in piazza a Nettuno per le forze Armate: Si lotti per la pace

Una mattinata di Festa ieri in piazza Cesare Battiti a Nettuno per celebrare, con sobrietà e semplicità, secondo le indicazioni del Governo in un momento storico difficile, le Forze Armate, cui va la gratitudine e la riconoscenza della Nazione per l’impegno quotidiano al servizio della Patria e delle Istituzioni, e più in generale per l’affermazione della pace e della democrazia, partecipando in tanti scenari internazionali, alla ricostruzione delle istituzioni democratiche, agevolando e favorendo crescita, sviluppo e benessere di non poche popolazioni.
Importanti le parole del Generale Adriano Russo che, dopo aver ricordato i valori fondanti dell’Esercito ha detto ai presenti. “Non c’è traguardo più importante che vivere in un Paese in pace, sicuro, democratico”.
E’ stata celebriamo anche, l’identità, l’appartenenza, i sentimenti nazionali ed i valori della solidarietà, della coesione, della partecipazione, consacrati nella Costituzione Italiana
E’ stata l’occasione per ricordare i 700.000 giovani che hanno perso la vita nel primo conflitto mondiale per realizzare una Patria unita, libera, democratica e per difendere ideali risorgimentali che hanno trovato piena compiutezza nella Costituzione del 1948: sul Piave, sul Grappa, sul Podgora… c’erano soprattutto italiani, non laziali, umbri, piemontesi, siciliani…
“Siamo chiamati ad alimentare quotidianamente il culto della rimembranza per combattere razzismo, antisemitismo, xenofobia, intolleranza, dispotismi, totalitarismi e per non relegare nei libri di storia e nei musei uomini, eventi, situazioni, vicende tragiche che anche cippi, steli e memoriali disseminati sul territorio richiamano – ha detto il commissario Antonio Reppucci – mi sarebbe piaciuto vedere più persone in questa piazza per celebrare questi valori e queste idee perché le idee camminano sulla gambe dei cittadini. Gli insegnamenti del passato invitano ad allontanare brutalità, ferocia, atrocità, barbarie, abiezione ed efferatezza umana, comportamenti improntati ad odio raziale, etnico, religioso in un’ epoca difficile, con la famiglia umana che sembra aver smarrito la via della pace, soggiacendo alla follia della guerra.
Viviamo in una “multi crisi”, economica, sociale, geopolitica, alimentare, sanitaria e vittime i popoli che la subiscono. Sta pericolosamente venendo meno il patrimonio immateriale che faticosamente era stato costruito e su cui era impostato il modello di sviluppo precedente: la fiducia reciproca fra gran parte degli Stati, il multilateralismo delle relazioni internazionali, la dimensione cooperativa globale. Viviamo in un’ epoca di inquietudine e di instabilità, un tempo tragico pieno di paure, incertezze, smarrimenti. Sembra che abbiamo fatto dei passi indietro anziché in avanti, per uscire da questa dimensione occorre recuperare e rafforzare la memoria del passato, respingendo le ideologie più estreme, e l’antisemitismo, che poi portò l’olocausto, il più letale.
La democrazia in crisi in tante parti del mondo va difesa con ogni possibile sforzo perché è l’ossigeno che respiriamo e che abbiamo il dovere di sostenere, per neutralizzare “la cascata di conflitti in essere”. Ripudiare ogni guerra è il compito di ogni essere umano per ritrovare il senso della vita, leggendo ed interpretando ciò che stiamo vivendo con un linguaggio e con sentimenti non di potere, sopraffazione o vendetta, ma di pietà e di commozione per il destino degli altri”. Le cerimonie, quindi, come sempre congiunte tra i due comuni, si sono spostate ad Anzio.