Nessun carico illecito, nessun mistero, a quanto pare, dietro il ritrovamento dello Yatch che ha subito un’avaria a largo di Anzio, ed è finito con i motori accesi sulla spiaggia di Fregene dopo due giorni di maltempo.
A chiarire la situazione il proprietario, un cittadino croato di 79 anni. I tanti dubbi sulla storia, pare, siano stati legati soprattutto ad una serie di fraintendimenti linguistici con l’equipaggio che non parla bene italiano.
Il proprietario dell’imbarcazione è stato ascoltato lunedì dal personale della Capitaneria di Porto di Fiumicino. Alla domanda su come mai non fosse subito andato a recuperare la barca l’uomo ha spiegato di averla data per persa viste le condizioni del mare ed essendo convinto di avere avuto un guasto elettrico ai motori. Invece il problema era una cima attorcigliata alle eliche. Infine è stato chiarito che la barca era partita da Gaeta e non da Santa Marinella, meta per la quale l’equipaggio aveva chiesto informazioni, ma aveva poi accantonato perché non c’erano in porto posti disponibili. A confermare che nella barca non ci fosse nessun carico sospetto, la presenza delle unità cinofile che hanno perquisito la barca, infine nessun rischio di un’accusa per inquinamento ambientale, perché non c’è stato alcuno sversamento in mare.
Ora l’unica questione aperta resta quella del recupero dello Yatch, infatti è corso una trattativa privata con la società che ha in concessione il servizio di rimorchio al porto di Fiumicino. Sarà questa a fissare un prezzo non solo per il recupero dello yacht, ma anche per la sua riconsegna al proprietario che deciderà se accettarlo o rinunciare all’imbarcazione. Chi trova un bene incustodito in mare, infatti, ne entra in possesso.