Vasta operazione contro la pesca illegale e abusiva dei polpi e delle lampughe da parte della Guardia Costiera della Capitaneria di Porto anziate diretta dal tenente di Vascello Nunzia Pezzella.
Ci sono volute diverse ore di lavoro in mare, tutto il materiale è stato portato presso la sede della Capitaneria al Porto di Anzio e posto sotto sequestro per la successiva distruzione. Altri controlli saranno effettuati nei prossimi giorni, per scoprire reti e strumentazione di aggregazione non censiti e abusivi per la cattura del pesce. Anche per quanto riguarda la pesca alla lampuga, un pesce molto richiesto sul mercato, che vive in superficie delle acque marittime e ama l’ombra. La pesca di questi pesci è autorizzata dal Ministero delle Politiche Agricole, Forestali e del Mare, ma vanno rispettate le normative e i limiti di pesca con i teli ombra collegati alle reti di cattura. Strumentazione che deve avere per legge dei segnali evidenti (boe-etichette dei pescherecci) degli strumenti di pesca e delle relative barche dei pescatori.
Ogni barca autorizzata dal Ministero del Mipaf con regolare licenza può utilizzare un determinato numero di tubi per la cattura del polpo, non superiore a 1250 e per la cattura del pesce Lampuga con teli ombra stessa procedura con obbligo di etichettatura della strumentazione e limite di numero di pesca.
Inoltre non devono essere pescati i polpi e pesci troppo piccoli (denominato novellame) e rispettare il ripopolamento della fauna ittica nei fondali marittimi.
Per l’intera giornata di ieri, i militari partiti con due motovedette e la nave pattugliatore giunta da Livorno, con il nucleo sommozzatori giunti da Napoli, hanno perlustrato in lungo e largo il mare di Anzio a circa Cinque Miglia dalla costa per trovare la strumentazione abusiva, non autorizzata, della pesca ai polpi e anche alle lampughe. Pesce di cui il mare di Anzio è ricco. Durante il pattugliamento al largo di Anzio dopo alcune settimane di osservazione e controllo preventivo.
Oggi sono stati trovati cinque chilometri di cavi di nylon abusivi e oltre 500 tubi (che i polpi sul fondale scambiano per tane) per la cattura del polpo nel fondale sabbioso completamente abusivi, non censiti. Tutto il materiale è stato rimosso prontamente dai sub e dai militari della Guardia Costiera, che hanno lavorato in team per l’intera giornata.