Diverse le mamme che, in questi giorni, hanno scritto alla nostra Redazione, ma anche al Comune di Anzio e alla Gestione commissariale, per segnalare una serie di disservizi legati al servizio mense nelle scuole comunali.
Le contestazioni sono infinite. Dal menù, che per alcuni non è equilibrato, compresa ad esempio, la scelta di inserire tra gli alimenti la crema di fave, da proporre a bambini in un’eta in cui spesso non si sa se si è allergici oppure no. Ma non piace a molti anche l’idea della piadina, che non sembra un pasto adeguato e che è stata buttata in massa visto lo scarso gradimento dei bambini. Non solo. In questi primi giorni, in diverse occasioni, il pasto non era corrispondente a quello indicato sul menù e quando i genitori lo hanno fatto notare, il personale della mensa ha detto che non si era riusciti in tempo ad approvvigionare il materiale necessario. Parliamo ad esempio dei fusilli al pomodoro, che invece sono stati fusilli all’olio, oppure alle carote juliene, condite con… l’acqua. “Il risultato finale – ci racconta una delle mamme a nome di molte altre – è che paghiamo un servizio di cui i bambini non usufruiscono, e che il cibo servito, di qualità non adeguata, viene tutto buttato. I nostri figli fanno letteralmente la fame a scuola e ce lo dicono quando li andiamo a prendere e c’è già chi si è organizzato fornendo pasti alternativi ai piccoli per non lasciarli digiuno. Una situazione paradossale”. Ma il cibo non è l’unico problema. In questi giorni i pasti sono stati serviti con piatti e forchette di plastica, e non con il materiale computabile previsto, alcuni dei quali rotti, con pezzi di plastica finiti nel cibo con il rischio per i bambini di mangiarlo. Su questo argomento uno dei genitori, Michela ramaglioni, ha inviato una diffida legale alla Dussman. La situazione sta diventando esplosiva e i genitori, che annunciano proteste, hanno chiesto più volte e tornano a chiederlo oggi, un confronto con il comune e con la Ditta. Confronto che era stato chiesto anche lo scorso mese di marzo, per studiare delle soluzioni condivise prima dell’avvio dell’anno scolastico, a cui il Comune non ha dato seguito. (Tutte le foro dei pasti sono state fornite dai genitori)
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