Un convegno contro la violenza di genere questa mattina nel comune di Nettuno, ha messo intorno ad un tavolo forze di polizia, amministrazione comunale, Asl, servizi sociali e tante associazioni. Un momento di confronto, che verrà certamente ripetuto, per discutere delle buone pratiche da mettere in campo per prevenire situazioni di gravissimo pericolo per le donne, per interi nuclei familiari e per chiunque sia in una situazione di pericolo. La Prefettura, che ha fortemente voluto l’incontro, ha presentato una serie di iniziative tra cui lo sportello aperto in Procura per rispondere ai cittadini in difficoltà. I delegati della Procura, oltre a presentare il servizio, hanno parlato dell’importanza di fare rete e di fare squadra nella prevenzione, affidando un ruolo importante, anche come centro di ascolto e osservazione, alla scuola. Il Prefetto di Nettuno, Antonio Reppucci, che ha fatto gli onori di casa insieme al Prefetto Gerardo Infantino, è intervenuto anche lui per fare un appello anche alle famiglie.
“Alle volte diamo la colpa di tante situazioni che non vanno alla scuola, che certamente ha un ruolo centrale nell’educazione, ma quello che oggi è venuto meno è il ruolo delle famiglie, che devono essere più presenti, sia nell’educazione generale dei ragazzi che in quella affettiva. Le famiglie vanno responsabilizzate affinché non lascino i figli soli e inconsapevoli nel processo di crescita. Fare rete – ha aggiunto – è essenziale, perché ognuno di noi da solo non va da nessuna parte, ma insieme si possono trovare soluzioni, e fare molta strada nella direzione giusta. Credo molto nelle forze di polizia, nella giustizia, ma soprattutto nelle persone e nelle Associazioni, che possono fare la differenza”.
A prendere la parola anche il Dirigente dei Servizi sociali Margherita Camarda, che non senza momenti di commozione, per l’emotività sempre legata ad alcuni casi, ha illustrato il percorso e alcuni, toccanti casi, che hanno portato alla redazione di un protocollo e all’istituzione di una serie di Fione pratiche che oggi permettono di dare concretamente una mano alle donne maltrattate, dai centri in cui ospitarle per estrarle da un contesto familiare malato, fino al reinserimento. “Ci sono voluti anni – ha detto a dottoressa Camarda – e molto ancora c’è da fare, ma oggi siamo a buon punto per dare delle risposte concrete a chi vuole uscire da un contesto di violenza domestica. Anche il comune di Nettuno, che oggi è largamente presente, ha iniziato a fare squadra e voglio ringraziare tutti per l’impegno, a partire dalle Assistenti sociali, dieci ragazze in gamba e preparate, con una formazione specifica, che sono impegnate nel trovare soluzioni a casi spesso delicatissimi”.
Non sono mancati, oltre al confronto sulle buone pratiche, spunti per dare risposte che siano sempre più concrete. Nel suo intervento Beatrice Guerrini, della Promo Civitas, ha ricordato anche lei l’assenza delle famiglie e a volte, i ritardi delle Istituzioni: “serve più formazione, serve riuscire a stare vicino a chi ha subito violenza, serve una rete di giustizia che sia più efficace. Io ho trattato in vent’anni tantissimi casi, come avvocato e ho sempre cercato la mediazione, nelle liti, nelle separazioni, soprattutto per i minori. ma ci sono casi di violenza che per arrivare ad un giudizio ci hanno messo anche dieci anni, questo non va bene. Dobbiamo trovare il modo di essere concretamente più vicino a chi vive problemi gravissimi e che spesso si sente e viene lasciato solo”.
Anche il Dirigente del Commissariato di Anzio ha proposto di creare oltre ad una rete regionale, una rete di contatti di prossimità, per agire in maniera tempestiva di fronte a casi di emergenza ed ha annunciato la creazione, in commissariato, di un’apposito spazio in cui chi vuole denunciare aggressioni e violenze domestiche può farlo in un clima di maggiore serenità. Prossimi incontri sono previsti a cadenza regolare, per affinare ulteriormente interventi di squadra che si spera, possano portare ad un mutamento della situazione ad un cambio culturale radicato.
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