Sono infinti i cittadini che segnalano un disservizio importante con il comune di Anzio, legato all’invio di pec al Comune stesso.
“Sul sito del comune di Anzio – scrive un cittadino – viene sbandierato un indirizzo pec. Infatti, immediatamente dopo la consegna della mail, si riceve un messaggio con il numero di protocollo assegnato! tecnicamente perfetto.
Se non che gli impiegati del comune poi non rispondono più, anche se passano inutilmente i 30 giorni previsti dalla normativa. Questa volta faccio una segnalazione per omissione di atti d’ufficio”. Un caso isolato? Per niente. E’ bastato un post sui social per far emergere un ‘modus operandi’ in cui le mail inviate non sono quantificabili mentre le risposte si: zero.
“Idem, arriva il numero di protocollo ma nessuna risposta neanche dopo mesi e dopo solleciti” risponde un altro cittadino.
“Non rispondono mai – scrive un terzo – neanche dopo i solleciti”. “A me – spiega un altro – hanno detto che si era persa nonostante il numero di protocollo”. “6 mesi di inutile attesa per la richiesta di nulla osta di una CIE” dice un altro ancora. Ma la pec, lo ricordiamo, è una comunicazione che non può essere ignorata ed ha valore legale, lo stesso che ha una raccomandata con ricevuta di ritorno.