Aliscafi bloccati e in ritardo, causa insabbiamento, al Porto di Anzio, traghetti incagliati, poco prima dell’estate persino una barca a vela ferma all’ingresso del Porto, immortalata dai cittadini in una foto simbolo della situazione di pericolo che si vive nel bacino neroniano, in cui lavorano centinaia di persone. Pescatori soprattutto, ma non solo.
La pesca e il porto per Anzio sono essenziali, sono la base su cui nasce la ristorazione d’eccellenza che è il primo traino dell’economia locale.
Di fronte all’emergenza conclamata di un porto prossimo alla chiusura, destinato ad un inverno di giornate di stop e inagibilità a seconda dei capricci del tempo, abbiamo assistito a comunicazioni urgenti del Flag (schema di convenzione tra la regione Lazio e il gruppo di azione locale nel settore della pesca), delle Cooperative della pesca, a solleciti della Capitaneria di Porto a tutte le Istituzioni interessate: Comune, Regione, Governo. Il risultato è stato zero risposte.
Zero. Non solo. A fronte del Flag che ottiene circa 700mila euro per l’acquisto di una draga che potrebbe risolvere in via definitiva il problema dell’insabbiamento, il Comune fa un bando, chiede ad un esperto di valutare la congruità dell’unica offerta ricevuta e, a fronte di un parere favorevole, in cui l’esperto chiamato dal Dirigente consiglia l’acquisto, annuncia invece che il bando è andato deserto e con una lettera formale a firma della Commissione il Comune di Anzio rinuncia ai fondi. Una decisione che lascia perplessi gli operatori del settore. La città oggi si trova a pagare il prezzo altissimo, dell’incapacità dimostrata con questo bando di spendere i soldi ottenuti per risolvere un problema gravissimo. Anche la Regione Lazio, nonostante lo scorso anno i collegamenti con Ponza siano stati sospesi per l’insabbiamento del Porto, nonostante le evidenti difficoltà di questa stagione, fatica a tutelare le aziende che lavorano nel porto. Chi vuole affondare il Porto di Anzio?