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Applausi al Poligono militare per l’evento teatrale “Il sindaco del rione Sanità”


Un successo lo spettacolo, organizzato per il personale interno dell’Uttat Poligono militare di Nettuno. Oltre 300 persone hanno potuto assistere all’evento teatrale “Il sindaco del rione Sanità (oggi)”, una commedia di Edoardo De Filippo Diretta e interpretata da Angelo Grieco.
Lo spettacolo è stato organizzato dall’Ufficio tecnico territoriale armamenti terrestri, diretto dal Colonnello Dario Porfidia, attivissimo nel proporre eventi culturali alla cittadina di Nettuno, che valorizzino il rapporto con il Poligono militare, in collaborazione con la Compagnia Insieme per caso.
Questa la storia: Antonio Barracano, uomo d’onore che sa distinguere tra gente per bene e gente carogna, è ‘Il Sindaco’ del Rione Sanità. Con la sua carismatica influenza e l’aiuto dell’amico medico amministra la giustizia secondo suoi personali criteri, al di fuori dello Stato e al di sopra delle parti. Chi ‘tiene santi’ va in Paradiso e chi non ne ha va da Don Antonio, questa è la regola. Quando gli si presenta disperato Rafiluccio Santaniello, il figlio della fornaia, deciso a uccidere la madre, Don Antonio riconosce nel giovane lo stesso sentimento di vendetta che da ragazzo lo aveva ossessionato e poi cambiato per sempre. Il Sindaco decide di intervenire per riconciliare madre e figlio e salvarli entrambi. Il Sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippo diventa un testo di forte attualità, capace di raccontare l’eterna lotta tra bene e male.
Dopo la prima messinscena, alcuni videro in Antonio Barracano un capo della camorra; altri un uomo che aveva ben in mente il senso della giustizia. Fu lo stesso Eduardo, in occasione della trasmissione televisiva del 1979, a precisare che Don Antonio solo accidentalmente è coevo al suo tempo, ma in realtà accarezza una nobile e primitiva visione del mondo, alimentata dal ricordo del suo passato e dal desiderio di un avvenire migliore.
Non è un “padrino” – dirà – ma un uomo che ha vissuto sulla propria pelle l’ingiustizia e che, per sfiducia negli uomini, si fa giustizia da sé, sperando che si realizzi alla fine un mondo che sia “meno rotondo e un poco più quadrato”.