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Maxi rissa tra minorenni ieri sera in centro ad Anzio, botte e fuga

Sono tantissimi i cittadini che ieri hanno assistito impotenti alla maxi rissa che, all’una di notte, si è scatenata tra ragazzini di 15 anni all’altezza della statua del Pescatore in centro ad Anzio. Riportiamo per intero la testimonianza dell’ex consigliere comunale del Pd Lina Giannino, che ha visto come è andata. Una situazione critica che preannuncia un’estate caldissima non solo per il clima.
“Ore 1,04, improvvisamente una specie di boato ti fa saltare dal letto. Urla, grida, ti scuotono la mente assonnata, come se un brutto sogno ti tenesse intrappolata e non ti facesse tornare nella realtà. Ti siedi, e nel buio guardi il tuo gatto che con i suoi occhi gialli lacera il nero della stanza. Fuori le urla si moltiplicano e lo scalpiccio di scarpe sull asfalto indica gente che corre. Ti porti alla finestra e sotto, proprio davanti ai tuoi occhi c’è l’ennesima scena di rissa. Ragazzini di 14 forse 15 anni che si spostano come una palla di insetti, a dorso nudo, le femmine che gridano mentre i loro coetani maschi si affrontano con calci, pugni sfogando la loro violenza. Se poi qualcuno, ha la debolezza di cadere allora i calci si moltiplicano e si concentrano su quel corpo rannicchiato che cerca inutile scampo dietro le sue stesse mani chiamate a coprirlo contro una furia incompresa. Auto in fila che con i loro fari illuminano la scena suonando impazienti i loro clacson, mentre davanti alle loro ruote si svolge il pestaggio. Nella piazza del pescatore una folla di adolescenti urla sguaiata, sembra un formicaio intorno ad un insetto agonizzante. Intanto il pestaggio è finito. Si torna verso il branco che inizia a diradarsi. Le urla sciamano, e diventa un possente brusio che si dirada in lontananza. Immagino un fiume diviso in decine di rivoli, che dopo l’inondazione si disperdono nel terreno. Motori che rombano, mentre ti abitui al ritorno di un apparente silenzio. Lo sciame si è disperso. Il ronzio è minimo. Il gatto torna a dormire e tu vorresti dare un senso a tutto ciò. Sono anni che cerchi di farlo, ma non riesci ad intercettare questo tipo di reazioni. Certo, ci vorrebbe il mio amico Claudio Petriconi. Lui si, che sarebbe bravo ad interpretare questo tipo di disagio, ti direbbe che la società non riesce ad incrociare le esigenze e i bisogni di questi ragazzi. Ti convincerebbe che sono figli del nostro capitalismo sfrenato fatto di assenze ed emarginazione. Ti farebbe riflettere su come abbiamo trascurato il nostro essere “uomini”, per correre dietro a modelli falsi, vuoti all insegna del rampantismo, e del potere fine a se stesso. Lui si, che ti spiegherebbe. Intanto segui i suoni in lontananza, mentre la testa ti ronza, i motori sgasano lontani accompagnati da risate e canti vuoti che ancora afferrano la tua mente che cerca disperatamente di tornare a dormire”.