Una fucilata al torace e una al volto. Venerdì sera è stato ucciso in un agguato, il boss pugliese Salvatore Prencipe, in passato al vertice della batteria Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese, uno dei clan egemoni nella Società foggiana durante gli Anni novanta. Lo hanno ammazzato a Foggia a poca distanza dall’abitazione che condivideva con la madre. L’omicidio sembra collegato al tentato duplico omicidio del boss Antonello Francavilla e del figlio 15enne, avvenuto lo scorso anno alla periferia di Nettuno.
I sicari, secondo le prime ricostruzioni, sono arrivati a bordo di una Fiat Grande Punto e hanno aperto il fuoco contro Prencipe, che in quel momento si trovava in auto. Il killer è sceso dalla macchina, ha raggiunto il boss a piedi, ha aperto il fuoco due volte, con grande precisione. L’indagine è affidata alla Squadra mobile della polizia che ha già raccolto le testimonianze tra i residenti. Nella notte sono stati eseguiti cinque esami dello stub ed altrettante perquisizioni a pregiudicati inseriti nelle batterie dei Moretti e dei Francavilla, clan rivali dei Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese. I Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese – attivi soprattutto nel traffico di stupefacenti, nelle estorsioni e nel riciclaggio di denaro in attività commerciali – nel recente passato, come scrive la Direzione investigativa antimafia nell’ultima relazione, hanno “sviluppato sinergie con elementi mafiosi della provincia, in particolare, a Manfredonia con il gruppo ex Romito e ad Orta Nova con esponenti della locale criminalità organizzata”. Sempre la Dia ricorda come a Foggia, dopo un apparente periodo di tregua, gli “equilibri criminali sembrerebbero essere stati destabilizzati dall’esecuzione di alcuni efferati fatti di sangue” che “hanno coinvolto anche esponenti di rilievo della Società foggiana”. Il riferimento è al tentato omicidio di Antonello Francavilla e di suo figlio a Nettuno, nonché agli omicidi di Roberto Russo e Alessandro Scrocco, detenuto in semilibertà assassinato mentre rientrava in carcere.