Home Politica Prevenire, proteggere e perseguire, commozione all’incontro al Forte Sangallo

Prevenire, proteggere e perseguire, commozione all’incontro al Forte Sangallo


E’ stato un incontro, utile, pratico e commovente, quello organizzato giovedì al Forte Sangallo a Nettuno, nell’ambito dei salotti culturali Templa Serena.
Venerdì ospite del Comune di Nettuno e della Dirigente ai Servizi sociali Margherita Camarda il Magistrato distaccato presso l’Unione Europea Cristiana Macchiusi. Il Magistrato, che non è stato possibile fotografare né riprendere a tutela del suo lavoro e del suo ruolo in Europa, ha tenuto una dettagliata conferenza sul percorso che ha portato alle attuali leggi e dinamiche di intervento a tutela delle vittime di violenza in famiglia, e ha tracciato anche i lati deboli di un percorso su cui ancora molto si deve lavorare per arrivare ad una vera efficenza. Al tavolo dei relatori anche la Professoressa Cristina Caricato, che insegna Diritto di famiglia presso la facoltà di Scienze politiche alla Sapienza, che ha detto la sua sul tema della tutela civilistica contro la violenza domestica, dopo la Riforma Cartabia.
Ad aprire il dibattito la Dirigente Margherita Camarda che ha ripercorso il suo rapporto con il Magistrato Macchiusi, nato ad Albano dove entrambe su diversi fronti, quello della giustizia e quello dei Servizi sociali, hanno collaborato per la tutela di alcune donne vittime di violenza. La dottoressa Camarda si è commossa fino alle lacrime ricordando alcuni casi drammatici, fin cui senza alcun protocollo o strumento, hanno salvato alcune donne letteralmente andando a bussare di comune in comune per chiedere sostegno e ospitalità per una famiglia in fuga.
Quindi ha preso la parola il Prefetto Antonio Reppucci, che con l’energia a cui ci ha abituato è tornato a parlare di impegno, regole, legalità in un comune commissariato in cui serve un impegno maggiore della popolazione per uscire dal pantano dell’assenza di rispetto delle regole.
La dottoressa Macchiusi ha raccontato di come l’Europa vede la nostra legislazione, in realtà molto puntuale e stringente nella teoria, e purtroppo meno nell’attuazione. Ha fatto presente che il territorio di Anzio e Nettuno fa parte di un Ambito virtuoso ma che le buone pratiche non sono diffuse ovunque e ci sono donne ancora lasciate a sé stesse. Infine ha sottolineato il fatto che le vittime di violenza devono denunciare e hanno diritto ad essere risarcite. I Diritti delle donne sono stati affrontati anche dalla dottoressa Caricato. Le donne vittime di violenza, i figli di famiglie al limite possono e devono essere aiutati, da amici, dalla scuola, dai servizi sociali. Parlare e raccontare la propria storia spesso è il primo passo per uscire da un incubo e iniziare una nuova vita.