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Salvatore Borsellino alla Loi di Nettuno: “Non ci sono bombe che uccidono l’amore”

Si è tenuto questa mattina presso l’Istituto Emanuela Loi di Nettuno l’incontro conclusivo dei progetti di legalità organizzati dalla scuola Nettunese sempre in prima linea sul tema della lotta alle mafie. Un incontro, quello di oggi, promosso dal Movimento Agende Rosse che ha come fine quello di commemorare tutte le vittime delle mafie, come Emanuela Loi, a cui la scuola deve il nome, agente della scorta deceduta nella strage di via D’Amelio.
Ospiti dell’incontro il Prefetto Antonio Reppucci, presidente della Commissione Straordinaria di Nettuno, il Primo Dirigente del Commissariato di Anzio Angela Spada, il Primo Dirigente Massimo Passariello dell’Istituto per ispettori di Polizia di Nettuno, il comandante della Compagnia Carabinieri di Anzio Capitano Alessandro De Palma e Maria Pia Baldo, garante dei minori e dell’Infanzia del Comune di Nettuno.
Il tema del convegno ha riguardato un approfondimento sulle stragi di mafia, in particolare a quella di Via D’Amelio in cui perse la vita il giudice Paolo Borsellino.
Quel giorno, il 19 luglio 1992, persero la vita anche cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi (prima donna a far parte di una scorta e anche prima donna della Polizia di Stato a cadere in servizio a cui è intitolato l’istituto di Nettuno), Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Una giornata impressa in maniera indelebile nella mente di tutti gli italiani che quel giorno hanno dovuto fare i conti, per la seconda volta con l’orrore di cui era capace la mafia.
Un altro episodio di quel giorno è al centro del lavoro del Movimento Agende Rosse: la scomparsa proprio dell’agenda di Paolo Borsellino contenente appunti e riflessioni del magistrato e che portava sempre con sé, ma mai più ritrovata dopo la sua morte.
A ricordare il fratello e quel drammatico giorno Salvatore Borsellino, fondatore del Movimento, collegato in viadeconferenza. “A portare via l’agenda non furono dei mafiosi, furono agenti in divisa, uomini di Stato”. Le parole di Salvatore Borsellino che da trent’anni lavora nelle scuole e non solo, per continuare il retaggio di Paolo Borsellino sono chiarissime. La tesi sostenuta dal Movimento Agende Rosse è che la strage di via D’Amelio, e di altre stragi, sia stata causata dall’accordo di non belligeranza tra lo Stato e la mafia, e si pone come obiettivo quello di far emergere la verità sulla strage e per far emergere la verità anche riguardo la questione dell’agenda scomparsa.
“Hanno inventato bombe di tutti i tipi – ha detto Salvatore Borsellino – ma non hanno inventato una bomba che uccida l’amore, e il sogno di Paolo era un sogno d’amore”. L’impatto delle stragi dei giudici Falcone e Borsellino è stato devastante per le organizzazioni mafiose ma molto c’è ancora da fare per sconfiggere questa e altre organizzazioni criminali che hanno radicamenti in tutta Italia.