In quest’ultimo trimestre di anno scolastico a Nettuno IV si sta attuando una piccola grande rivoluzione, ovvero la sperimentazione Dada. La scuola secondaria di primo grado ad indirizzi diretta dalla dottoressa Antonella Ciarbelli, da tempo caratterizzatasi per didattiche innovative, inclusività e laboratori tecnologici e musicali all’avanguardia, da questa settimana punterà tutto su questo modello didattico. Il Dada nasce circa dieci anni fa per volontà dei dirigenti scolastici Lidia Cangemi ed Ottavio Fattorini e vuole mettere al centro della didattica l’alunno, non “chiudendolo” per tutta la durata della giornata nello stesso ambiente scolastico, fermo al proprio banco ma facendo sì che ogni disciplina possa godere del suo ambiente di apprendimento, ovvero di aule specifiche legate alle singole materie con i loro materiali sia tecnologici che non ad esse dedicati. Leggiamo dal sito delle scuole Dada: “I Licei Scientifici Statali “J. F. Kennedy” e “A. Labriola” di Roma hanno avviato a partire dall’ A.S. 2014/15, una radicale innovazione pedagogico–didattica e organizzativa con l’obiettivo di coniugare l’alta qualità dell’insegnamento italiano, con la funzionalità organizzativa di matrice anglosassone. Gli istituti funzionano per “aula–ambiente di apprendimento”, assegnata a uno o due docenti della medesima disciplina, con i ragazzi che si spostano durante i cambi d’ora. Ciò favorisce l’adozione, nella quotidianità scolastica, di modelli didattici funzionali a quei processi di insegnamento-apprendimento attivo in cui gli studenti possano divenire attori principali e motivati nella costruzione dei loro saperi.” In meno di un decennio quella che sembrava una scommessa è riuscita a diventare realtà per oltre 150 scuole in Italia tra primarie, secondarie di primo e secondarie di secondo grado, con notevoli risultati dal punto di vista della concentrazione e dell’apprendimento degli alunni. Sul territorio di Anzio e Nettuno, l’istituto è il primo ad adottare un simile modello, nella certezza che possa diventare un punto di forza nel processo di motivazione ad apprendere dei ragazzi. E così non esisteranno più le aule della 2C, 3A, 1D e così via, bensì le aule tematiche intitolate a grandi uomini e grandi donne che possano fungere da modello per gli alunni stessi: si va da Giuseppe Ungaretti ad Ella Fitzgerald, da Lucio Dalla a Margherita Hack, a seconda della disciplina che le aule si troveranno ad ospitare.i ragazzi si orienteranno con le mappe come se fossero in un museo, aiutati dai colori e dalle insegne sulle porte tutte, appunto, di colori diversi. Sotto i ritratti, e accanto al nome, c’è una frase celebre attribuita al personaggio stesso e un QR code che riporterà ad una pagina del web dedicata al personaggio in questione. Le neuroscienze, del resto, ci insegnano da decenni che il cervello non è un’entità staccata dal corpo ma che il movimento veicola fortemente il processo di apprendimento.
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