Il 6 marzo si è svolto un altro incontro per il progetto “Sbulloniamoci” ideato e promosso dal Rotary Club Costa Neroniana alla Scuola Media “Acqua Del Turco” di Anzio che è iniziato il 16 gennaio e che ha coinvolto due classi della terza media.
In Italia, il 15% degli studenti di età compresa tra 12 e 18 anni ha sperimentato diverse forme di bullismo, mentre il 10,4% ha riferito di subire ripetuti atti di esclusione da parte di propri pari.
Anche Amnesty International considera il bullismo una violazione dei diritti umani poiché lede la dignità di chi lo subisce ed è contrario a principi fondamentali quali l’inclusione, la partecipazione e la non discriminazione.
Nei primi anni Novanta si diffuse in Italia la parola bullismo. Sembrava fosse un nuovo modo di definire il nervosismo o la prepotenza di qualche studente più irrequieto. La portata del fenomeno, gli effetti sulla scuola, lo sviluppo nei ragazzi ed i rapporti con insegnati e genitori non erano noti. Eppure già parecchi anni prima, con il termine bullying, lo studioso norvegese Dan Olweus ne aveva chiarito inequivocabilmente i termini: “Una serie di azioni violente e prepotenti ai danni di una vittima indifesa e più debole […] una situazione che causa alla vittima danni psicologici di lunga durata”.
All’età in cui i preadolescenti o i bambini si trovano nelle Scuole Elementari, le azioni dei bulli sono rappresentate dal picchiare, mordere, spingere, dare calci, tirare i capelli. Alle Scuole Medie e Superiori, i comportamenti del bullo assumono sempre più forme di violenza ed i gesti vanno nella direzione dell’umiliazione della vittima.
Il bullo ha delle buone capacità di legare a sé quei ragazzi e quelle ragazze che non sono molto ammirati nel gruppo, per riscuotere lo stesso successo. La persona del bullo è da temere, perciò si fa il suo gioco.
Infatti il bullo non è solo, purtroppo: l’85% degli episodi di bullismo avviene in presenza del gruppo. Dunque, con il bullo ci sono compagni che lo aiutano direttamente o che lo sostengono o lo incoraggiano, che a volte girano un video di quanto accade: la diffusione di questi video porta i bulli nella sfera del cyberbullismo. Anche gli aiutanti o i sostenitori sono responsabili della sofferenza provocata alla vittima. Altri compagni assistono passivamente alla scena, convinti di essere neutrali; sono gli spettatori ed i bulli hanno bisogno di un pubblico.
Il progetto ideato dal Rotary Club Costa Neroniana conferma l’attenzione e la grande sensibilità dei docenti della Scuola Media “Acqua Del Turco” nei confronti di un tema tanto importante, da anni esaminato ed oggetto di attività formative rivolte agli studenti.
L’obiettivo del progetto rotariano è quello di analizzare il fenomeno del bullismo, come difendersi, conoscere le conseguenze civili e penali che esso comporta e promuovere l’uso consapevole e responsabile della rete.
Il programma ha visto la partecipazione della professoressa Grazia Maddaloni, rotariana ed esperta di tecniche educative, l’avvocato Francesco Desideri e la psicologa dottoressa Margherita Silvestri. Ciò che è stato particolarmente evidenziato è che la vittima può essere identificata ponendo attenzione ad alcuni suoi comportamenti e reazioni. È ripetutamente presa in giro, presenta lividi o graffi, subisce spesso furti o le viene danneggiato il materiale, è isolata dal gruppo dei pari, sembra non avere amici, spesso reagisce con il pianto, ha difficoltà a parlare in classe e ricerca la vicinanza degli adulti e preferisce stare in loro compagnia, in particolare nei momenti di ricreazione. Il bullo, invece, può essere individuato grazie al fatto che prende in giro ripetutamente i compagni, aggredisce fisicamente gli altri o tenta di isolarli, è colui che comanda il gruppo di amici attraverso le minacce o la forza fisica, ruba e rompe gli oggetti degli altri. Gli esperti hanno spiegato ai ragazzi che è necessario sviluppare il pensiero laterale e la capacità di negoziare tra pari, cooperare, chiedere aiuto e condividere il proprio vissuto. L’aiuto congiunto di genitori ed insegnanti è l’arma più potente e il mezzo fondamentale per reagire e sconfiggere il bullismo.
La conclusione del progetto è prevista per il 1° di aprile e vedrà la partecipazione di Giacomo Ebner, magistrato addetto al Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità del Ministero della Giustizia.