Home Attualità XXIX congresso della Federazione stampa, l’intervento di Del Giaccio

XXIX congresso della Federazione stampa, l’intervento di Del Giaccio

Giovanni Del Giaccio

Non posso dire nulla. E il telefono ti viene sbattuto in faccia. Non posso parlare e l’interlocutore si gira e se ne va. Sono magistrati e vertici delle forze dell’ordine che applicano alla lettera le norme della cosiddetta Cartabia ovvero il recepimento della direttiva europea sulla presunzione di innocenza. Lo verifichiamo ogni giorno sulla nostra pelle e soprattutto su quella dei lettori, ai quali non riusciamo a riportare almeno la verità sostanziale dei fatti come prevede il nostro ordinamento.
Ci si nasconde dietro quella norma per mettere il bavaglio a noi ma soprattutto per non far conoscere a chi legge ciò che sta accadendo. Thomas, il ragazzo ucciso nei giorni scorsi ad Alatri, era vivo o morto nelle ore successive gli spari? È accaduto quello che dicevo all’inizio, nessuno ha dato informazioni ufficiali e così abbiamo dovuto inseguire quello che usciva sui social. Fortunatamente verificandolo. Perché piaccia o meno a magistrati e forze dell’ordine, piaccia o meno al sottosegretario intervenuto prima e ai politici in genere è il nostro mestiere.
E dobbiamo farlo al meglio, seguendo regole che conosciamo bene onorevole Sisto, se vogliamo essere credibili agli occhi dei lettori. Ai quali con Stampa romana siamo stati tra i primi a cercare di spiegare cosa stava accadendo dopo l’entrata in vigore della Cartabia. Dispiace segretario Lorusso, la Federazione su questo tema è arrivata tardi, i colleghi sul territorio hanno dovuto confrontarsi con le fonti da subito tra mille difficoltà o – nella migliore delle ipotesi- con poche righe di comunicati che si pretenderebbero semplicemente copiati e incollati. Magari con il nome del procuratore o dell’ufficiale che ha diretto le indagini ma non del presunto autore del reato. Anche se aveva con sé 10 chilogrammi di Cocaina.
È per questo che abbiamo presidiato gli uffici giudiziari, è per tale motivo che dobbiamo continuare a batterci affinché dietro alla presunzione di innocenza o al discorso delle intercettazioni (anche qui caro sottosegretario conosciamo le regole) che dai tempi di Mastella sono state nelle agende di ogni governo sempre e solo con l’idea di impedire a noi di scrivere e ai cittadini di conoscere. È per questo che la Fnsi dovrà farne una battaglia campale, coinvolgendo anche gli editori se necessario. Mi piace ricordare qui, dunque, quello che ai tempi era lo slogan dell’Unione cronisti (a proposito cosa ne è stato del commissariamento e perché il gruppo di specializzazione non è stato più fatto operare? Lo slogan, dicevo, coniato dal compianto presidente Guido Columba: liberi di informare, liberi di sapere.
Grazie
Giovanni Del Giaccio