Si è tenuta questa mattina in piazza Cesare Battisti a Nettuno la cerimonia in occasione della festa dell‘unità nazionale e delle forze armate. Presente il Senatore della Repubblica Italiana, Onorevole Marco Silvestroni, il Generale Adriano Russo e il Commissario Straordinario del Comune di Nettuno Bruno Strati che hanno deposto una corona di fiori al Monumento ai Caduti e alla targa commemorativa della cittadinanza onoraria al Milite Ignoto conferita lo scorso anno dalla Città di Nettuno in occasione del centenario della traslazione della salma all’altare della Patria.
Hanno partecipato alla Cerimonia le autorità civili e militari del territorio, le associazioni combattentistiche e d’arma, lo schieramento in armi del Comando Brigata Informazioni Tattiche e la Corale Città di Nettuno che si esibita nel canto popolare “La Bandiera dei Tre Colori”.
In piazza gli studenti e le insegnanti dell’Istituto Superiore Emanuela Loi, del IV IC Nettuno e della scuola dell’Infanzia Santa Lucia Filippini che hanno sventolare le bandiere tricolori
Di seguito l’intervento integrale del Commissario Straordinario Bruno Strati:
“Rivolgo il mio saluto al Senatore Silvestroni, al Sindaco di Anzio Candido De Angelis, al Generale Russo, al Colonnello Porfidia, ai Signori dirigenti e Comandanti delle Forze dell’Ordine e della Polizia Locale, alle Autorità Religiose – Don Fabrizio Pianozza parroco della Collegiata santi Giovanni Battista ed Evangelista – alle Rappresentanze delle Associazioni Combattentistiche d’Arma e Patriottiche, alle Sorelle e ai Volontari del Comitato della Croce Rossa di Anzio e Nettuno, ai Volontari delle Associazioni di protezione civile, ai componenti della Corale Città di Nettuno, agli studenti e agli insegnanti dell’Istituto scolastico Emanuela Loi, dell’Istituto IV Comprensivo di Nettuno, dell’Istituto Santa Lucia Filippini.
Rivolgo un caro saluto a Voi tutti Cittadini presenti.
Oggi celebriamo la “Giornata dell’Unità Nazionale e la Festa delle Forze Armate” nella ricorrenza della fine della Prima Guerra Mondiale. Sono trascorsi ben 104 anni dalla fine della “Grande Guerra”, che, come sapete, fu un conflitto di proporzioni immense nella storia dell’umanità, che ha devastato l’intera Europa ed ha provocato un enorme numero di perdite umane.
Gli storici ancora oggi non riescono, se non in modo approssimativo, a quantificare il numero dei morti e dei feriti. Si parla di 8 milioni e mezzo di morti, di cui 700.000 italiani (20 mila della nostra regione) e di oltre 20 milioni di feriti gravi e mutilati: una intera generazione di europei fu cancellata. Tra loro vi furono anche tantissimi giovani che provenivano da questa terra, da Nettuno, da Anzio. Molti di loro erano ragazzi, poco più grandi di voi, che non avevano ancora compiuto i 18 anni e che si erano ritrovati a combattere sotto un’unica bandiera: il Tricolore. Quei ragazzi passarono alla Storia come “i ragazzi del ’99” che, nel 1917, si arruolarono per combattere a Vittorio Veneto, dopo la tragica sconfitta sul Carso. Sono loro i veri eroi della Grande Guerra, i protagonisti di una delle pagine più dolorose della Storia nazionale.
Bene ha fatto la precedente Amministrazione a conferire l’anno scorso, la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto in segno di riconoscenza del popolo nettunese agli Eroi della Nazione.
Anche oggi vogliamo ricordare quei soldati e vogliamo rendergli omaggio perché quei ragazzi credevano nell’ideale per cui combattevano, erano spinti dall’amore per la Patria e parteciparono, con il loro sacrificio, alla realizzazione del sogno di Pace e Libertà, su cui oggi si fonda il nostro Paese.
Lo spettro della guerra è ancora attuale. Tante sono ancora le guerre nel mondo e dallo scorso inverno è in corso una guerra in Europa tra due popoli storicamente uniti, scoppiata a seguito dell’invasione russa nelle regioni orientali dell’Ucraina.
Pensavamo che il nostro Continente non dovesse più vedere una guerra e invece così non è stato. Questa guerra continua a seminare morte e devastazione, fa vittime tra i civili e in particolare i più deboli. È una guerra che non vuol finire. Una guerra che non deve, però, lasciarci indifferenti e non solo per le conseguenze economiche che si riflettono sul nostro Paese.
Pensate cari Ragazzi ai vostri coetanei che nei mesi scorsi hanno dovuto lasciare le proprie case, le proprie abitudini, la scuola per sfuggire alle bombe. Stanno vivendo una tragedia immane che avrà conseguenze per un lungo periodo di tempo in tutto il mondo. Una enorme ferita per tutti che sarà purtroppo difficile da rimarginare.
Questa guerra ci insegna che anche in tempi di pace non bisogna mai abbassare la guardia perché la pace va costruita, difesa e mantenuta ogni giorno e non solo con i trattati ma con i nostri comportamenti, che devono essere sempre rivolti al dialogo, al rispetto reciproco e alla solidarietà.
Anche da Nettuno facciamo allora partire un grido unanime: basta con la guerra, perché la guerra è la cosa più orribile che possa accadere ad un popolo ed i nostri Padri costituenti hanno voluto ricordarcelo nell’articolo 11 della Costituzione che recita: “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Questa “Giornata”, che oggi celebriamo, rappresenta allora non solo l’occasione per ricordare pubblicamente il sacrificio di quanti hanno combattuto per la difesa dell’identità nazionale, per l’indipendenza, per la libertà e per la democrazia – valori che sono fondanti della nostra Repubblica – ma anche per riflettere su come questa importante eredità possa essere raccolta e messa in pratica nella vita quotidiana di ciascuno di noi. Tutti noi, infatti, ognuno nel suo ambiente di lavoro, a scuola, nella società, dobbiamo contribuire a preservare l’unità nazionale e a rafforzare la comune identità.
Celebrare l’unità nazionale vuol dire allora rafforzare la nostra identità e ritrovarci nelle comuni radici che ci rendono un popolo, per sostenerci nell’affrontare le sfide del nostro tempo.
In questi ultimi anni stiamo vivendo anni difficili – la pandemia, la congiuntura economico-sociale –, anni che ci hanno messo, e ci stanno mettendo, a dura prova, ma, proprio ora, non dobbiamo perdere i nostri valori, smarrirci, ma, anzi, dobbiamo ritrovare la nostra identità culturale che ci unisce e che può rappresentare la leva per garantire all’Italia e soprattutto a voi giovani un futuro nuovo.
Questo vale anche per la nostra Città che proprio quando si sente disorientata o smarrita deve ritrovare il senso della sua identità e far valere le grandi potenzialità che possiede, le sue forze migliori per ripartire con una rinnovata energia.
Il 4 novembre è una ricorrenza dalla duplice valenza perché celebra contemporaneamente l’Unità nazionale e le Forze Armate a dimostrazione dello stretto legame tra il Paese e la sua componente militare fatta di uomini e donne che sono al servizio della comunità così come lo sono stati quei valorosi soldati che hanno combattuto nella Prima guerra mondiale.
Dobbiamo esprimere sempre la nostra gratitudine ai nostri Militari, sia quelli che rischiano la vita lontano dalla Patria sia quelli che sono chiamati ad assolvere i propri compiti qui, in Italia, nelle circostanze più diverse e sempre al servizio dei cittadini.
Oggi viviamo in un mondo caratterizzato da scenari complessi – la guerra in Ucraina ha certamente messo in evidenza la necessità anche per l’Italia di disporre di un apparato militare in grado di far fronte alle minacce esterne – e il nostro Paese si trova a svolgere un ruolo fondamentale, all’interno dell’Allenza atlantica e dell’Unione europea, nella ricerca di nuove forme di dialogo.
Le nostre Forze Armate sono chiamate ad essere sempre più uno strumento di pace ed elemento essenziale della nostra politica estera e di sicurezza. Oggi, nel mondo, sono tanti i militari italiani coinvolti in operazioni internazionali per il mantenimento e la costruzione della pace e per la cooperazione.
Le Forze Armate rappresentano anche un significativo presidio al servizio della collettività nei compiti di ordine e sicurezza pubblica, in particolare nella lotta contro il terrorismo e durante le emergenze naturali che provocano morte e distruzione.
In questa giornata tutta la cittadinanza vuole esprimere riconoscenza e gratitudine alle componenti delle Forze Armate di ogni ordine e grado del nostro Paese ed in particolare alle Autorità militari presenti. Vogliamo ringraziare i Militari che lavorano qui al Poligono: una realtà che esiste a Nettuno da più di un secolo, che è stata importante durante le guerre nei momenti di maggiore criticità e nei tempi di pace e che ancora oggi è fondamentale per la difesa del Paese.
Mi rivolgo a voi cari ragazzi e vi dico: “studiate la storia e studiatela bene” perché la storia non è una cronologia di date, non è una ripetizione mnemonica di fatti. Ve lo avranno detto tante volte ma ve lo ripeto anche io in questo giorno. Oggi noi non siamo qui solo a ricordare una data, siamo a riaffermare l’unità di un popolo che maturò il suo sentimento identitario proprio in quella tragica esperienza della guerra. Ed è per questo che il 4 novembre rappresenta una tappa fondamentale della storia del popolo italiano.
Conoscere la storia vuol dire allora avere memoria del nostro passato e di quello che siamo stati.
Senza memoria storica il nostro Paese, la nostra comunità, rischia di perdere e smarrire il significato e il senso profondo della propria identità culturale e civile.
La vostra presenza a questa cerimonia commemorativa, cari studenti di Nettuno, testimonia l’ideale passaggio di consegne da una generazione all’altra affinché l’importante eredità dei padri non venga dispersa e possa essere difesa, tutelata, custodita, dai figli.
Facciamo in modo allora che questa celebrazione venga percepita e vissuta come un’occasione preziosa e attuale e non come un rito sterile, ripetuto nel tempo solo per ricordare fatti lontani del passato.
Riscopriamo quello spirito dei ragazzi del ’99 e ritroviamo gli ideali di identità nazionale e di servizio al Paese perché solo così potremmo davvero onorare il sacrificio di quanti hanno combattuto per l’unità e la democrazia del nostro Paese.
Sono sicuro che le parole, i significati e i simboli che abbiamo evocato in questa giornata ci serviranno come stimolo per ricercare un sempre maggiore coinvolgimento e impegno civile, sociale e politico che si fondi sui principi di legalità e giustizia. Abbiamo tante sfide davanti a noi che richiedono un rinnovato e forte spirito di unità nazionale, che significa identità collettiva e coesione sociale al servizio del bene comune. In questo senso noi abbiamo il dovere di servire il nostro Paese così come fecero i nostri Padri cento anni fa.
Per questo la Città di Nettuno rende qui, davanti al nostro Monumento simbolo, l’Onore ai caduti per la Patria, per questo oggi ricordiamo i tanti Nettunesi che persero la vita per il nostro Tricolore,
per questo siamo fieri di gridare:
viva le Forze Armate come strumento di difesa e di pace, viva l’Italia!”.
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