A Nettuno, tante persone ieri in chiesa per visitavpresso la Parrocchia di Sant’Anna di don Antonio Salimbeni, delegato della Diocesi di Albano come assistente spirituale della Comunità di Gesù Risorto che ha molte sedi tra il litorale e i Castelli Romani.
“Carissimi fratelli e sorelle in fede – ha detto ai fedeli presenti – innanzitutto fatemi dire che sono onorato e felice di potervi incontrare in questa bella e dinamica comunità nettunese. Piena di gente onestà, grandi lavoratori, attaccati ai principi cristiani e alla chiesa e alla famiglia. Oggi il Vangelo ci scuote, ci porta a riflettere su noi stessi e sulla profondità della nostra fede, sulla solidità dell’adesione a quanto predicato dal nostro Maestro, il Signore Gesù Cristo. Come dico spesso nelle comunità che visito, la parola di Dio ci ammonisce a non essere ipocriti, a non rifugiarci nella doppiezza; non si può uccidere i profeti e poi costruire a loro delle tombe sontuose; non si può rigettare l’insegnamento cristiano nella sostanza, e poi, per farci belli e per darci un tono rispetto agli altri, e professarci cristiani. Non possiamo dirci cristiani a parole, e poi non vivere secondo l’esempio di Gesù, nella totalità della nostra vita, in ogni suo aspetto; non esiste la fede a metà, che vale per alcune cose mentre non si applica alle altre. Così facendo, la nostra non sarebbe più fede ma solo strumento per sentirci superiori agli altri, escludendoli ed abbandonandoli, come gli scribi ed i farisei a cui il Gesù stesso dice: ‘avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito’. Carissimi, anche a questa nostra generazione, a noi che viviamo in questo tempo difficile, verrà chiesto conto di come abbiamo vissuto il Vangelo, di come abbiamo interpretato il nostro essere seguaci di Cristo, se siamo stati dei sepolcri imbiancati o abbiamo invece preso la nostra Croce e seguito il Maestro nel suo sacrificio. E’ urgente che ci sentiamo tutti coinvolti nella missione dell’evangelizzazione a cui ci richiama anche Papa Francesco; dobbiamo essere esempi, guide, fratelli maggiori nei confronti di tutti coloro che cercano il profondo significato della loro vita ed esistenza, mostrando loro con la concretezza dell’amore e della cura che ciò che cercano e ciò in cui possono trovare risposta e ristoro . Non è un insieme di concetti, un cumulo di discorsi, una moltitudine di ragionamenti ma il nostro condottiero è una Persona, una Persona che è morta per noi che va seguita come esempio. Anche nelle nostre comunità, come questa di Sant’Anna, dobbiamo guardarci dall’assumere gli atteggiamenti sbagliati degli scribi: guai a noi, davvero, se per invidia e gelosia limitiamo gli altri e li escludiamo, non percependo lo Spirito che parla tramite loro; guai se pensiamo di possedere noi soli tutta la conoscenza, di essere i soli custodi della verità; la Verità è solo una, la Parola del Signore, a cui noi dobbiamo lasciare che tutti si possano avvicinare, accompagnandoli e assistendoli. Cari fratelli e sorelle, abbandoniamoci alla forza dell’Amore di Dio e sforziamoci di amare il prossimo come Gesù ci ha amati, cooperatori della salvezza di tutti, nessuno escluso “. Molto soddisfatti dell’incontro i parrocchiani e la comunità locale che ha ringraziato don Salimbeni, che è anche parroco delle chiese di Fontana di Papa (Ariccia) e Cancelliera (Albano), inviato e assistente spirituale del vescovo Vincenzo Viva per la Comunità del Gesù Risorto.
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