La
città di Nettuno è stata ospite del Comune di Frascati in occasione delle cerimonie dell’anniversario del bombardamento della città Tuscolana. Presente il c
ommissario straordinario di Nettuno Bruno Strati, con il gonfalone della città di Nettuno, che ha portato in sono i libri “Nettuno e la sua storia” di Vincenzo Monti e “non siamo eroi” di Silvano Casaldi.
Di seguito il discorso tenuto oggi dal Commissario Strati a Frascati.
“Con grande piacere ho accolto l’invito della Sindaca Sbardella a partecipare oggi, in qualità di Commissario Straordinario del Comune di Nettuno, alla cerimonia commemorativa del bombardamento di Frascati avvenuto 79 anni fa.
Sono molto felice che sia stata scelta Nettuno per il gemellaggio di quest’anno perché le città di Frascati e di Nettuno sono state entrambe teatro di eventi importanti della Storia del nostro Paese nella metà del secolo scorso.
Sono anche, personalmente, molto felice perché ho avuto l’onore alcuni anni fa di amministrare come Commissario straordinario questo Comune, a cui ho dedicato molto lavoro e tanta passione, ed ho avuto modo di conoscere da vicino ed apprezzare questo bellissimo territorio, i suoi abitanti, le tante realtà cittadine.
Come dicevo, Frascati e Nettuno sono unite da uno stretto e forte legame storico.
Frascati subì il pesante bombardamento l’8 settembre del 1943, nel giorno dell’annuncio dell’armistizio da parte del Generale Badoglio, ad opera degli Alleati che volevano colpire la sede del quartiere generale tedesco.
Nettuno, proprio a partire da quella data e dal giorno dopo – come ricorda la targa della Piazza della nostra Stazione intitolata al 9 settembre 1943 – cominciò ad insorgere contro il nazifascismo e, come in tutta Italia, mentre giungevano le notizie delle ritorsioni tedesche, avvertì forte il desiderio e la volontà di porre fine ad una guerra che sembrava infinita.
Tante sono le testimonianze, nei giorni successivi all’8 settembre, di Nettunesi, che dovettero convivere, disorientati, spaventati, con il nemico nelle proprie case, dei militari che dovettero rendere le armi nelle caserme Donati, Piave, al Poligono militare. Un bel libro di un nostro storico locale, che donerò alla Sindaca non appena terminato il mio intervento, raccoglie alcuni significativi episodi della vita di quei giorni.
Per mesi i Nettunesi attesero con trepidazione la liberazione che avrebbe posto fine al periodo buio di occupazione e di barbarie. E decisivo fu proprio lo sbarco lungo le coste tra Nettuno e Torre Astura la mattina del 22 gennaio 1944 in cui molti soldati, anche giovani, provenienti da Paesi lontani giunsero nel nostro territorio. Soldati che avevano lasciato le loro madri, i loro padri, le mogli, che fecero migliaia di chilometri per venire a Nettuno, ad Anzio, a Cassino e in tante altre parti d’Italia, per combattere contro il nemico tiranno e a liberarci da un destino di oppressione e di morte. Soldati che vennero fin qui a morire; il cimitero americano di Nettuno e quello inglese di Anzio sono pieni di croci che testimoniano concretamente cosa fu quella tragedia immane.
Frascati e Nettuno protagoniste dunque, loro malgrado, di importanti pagine della storia d’Italia e di una guerra che portava con sé tutte le sue contraddizioni. Le Forze di liberazione che bombardano l’8 settembre 1943 Frascati e i Castelli romani perché centro del potere nazista, le Forze di liberazione che pure avevano bombardato Roma nel luglio, Anzio nel novembre, di quello stesso anno, pochi mesi dopo sbarcano a Nettuno per raggiungere Roma liberandola, dopo scontri sanguinosi, il 4 giugno del 1944.
Ma le guerre, lo sappiamo, sono sempre piene di contraddizioni.
Ed oggi, purtroppo, lo spettro della guerra non è scomparso.
Da questo inverno l’Europa orientale è terreno di scontro tra due Paesi sovrani, storicamente uniti, la Russia e l’Ucraina. L’invasione russa ai danni del popolo ucraino ha già prodotto migliaia e migliaia di vittime, tra cui anche moltissimi civili, donne e bambini.
Questa guerra, come le tante guerre che oggi contiamo nel mondo, anche quelle che nessuno conosce, fa tanti danni, non si ferma, ed è purtroppo ancora causa di numerosi morti e feriti.
La presenza qui della città di Nettuno vuole essere allora la testimonianza di un popolo che ha vissuto nella sua storia anni di guerra e di sofferenza e che vuole ribadire a gran voce il suo No alla guerra, alla violenza, alla prevaricazione di una Nazione su un’altra. Ed affermare, invece, il suo Si alla pace tra i popoli.
È giusto allora dedicare questo nostro gemellaggio a tutte le vittime di guerra e far arrivare a loro un messaggio di solidarietà come segno di vicinanza di due Città che hanno avuto la forza di riscattarsi.
Il nostro messaggio deve essere rivolto principalmente ai giovani delle nostre città.
Oggi noi siamo – voi giovani siete – fortunati; non dobbiamo combattere una guerra di liberazione da un oppressore ma abbiamo un compito anche molto difficile: siamo chiamati a difendere i valori fondanti della nostra società, di coesione e condivisione che furono fondamentali nell’opera di ricostruzione morale e materiale che i nostri Padri affrontarono nel Dopoguerra.
Prendiamo esempio, allora, da quei tantissimi frascatani, nettunesi, abitanti di questa provincia, che seppero più di settanta anni fa ritrovare la forza per ripartire dalle rovine della guerra e costruire questo nostro grande Paese, perché una comunità è davvero grande quando riscopre le sue radici territoriali, ritrova i suoi valori identitari ed è capace di fondare su quei valori la sua azione, trasmettendoli alle generazioni future.
Io credo che questo debba essere lo spirito dei cittadini di Frascati e di Nettuno perché in questo modo potremo davvero onorare coloro che ci hanno preceduto.
Porterò a Nettuno il ricordo di questa bella cerimonia di commemorazione e il saluto di Voi tutti e Vi invito, già da oggi, con le Autorità cittadine a venire nella nostra Città il prossimo 22 gennaio quando celebreremo il 79° anniversario dello sbarco alleato.
Lo celebreremo ancora una volta, come ogni anno, per ringraziare coloro che hanno combattuto e sacrificato la propria vita per dare a noi una vita di pace e di libertà”.