Resta in carcere Antonio Fratianni, l’imprenditore di Foggia che il 2 marzo scorso tentò di uccidere il boss Antonello Francavilla e suo figlio nell’abitazione dove stava scontando i domiciliari a Nettuno. L’uomo, arrestato a Trieste dalla Dda di Roma mentre era in fuga, perché su di lui pendeva un ordine di esecuzione da parte del clan Francavilla, si era visto convalidare dal Gip del nord Italia l’arresto senza l’aggravante mafiosa. L’uomo è stato quindi rinviato nel Lazio dove ha commesso il reato e il Gip di Velletri, nel convalidare il fermo, ha invece reinserito l’aggravante, rinviando il processo al Tribunale della Capitale. La vicenda, sembra essere chiarissima dal punto di vista della ricostruzione dei fatti. Fratianni sarebbe venuto a Nettuno da solo, facendosi aprire dal boss che lo conosceva bene, e gli ha sparato nel tentativo di non pagare un debito da 600mila euro. Ha poi sparando anche al figlio, che non sapeva essere in casa, solo per evitare di essere riconosciuto.