“Nettuno Agenzia Delle Entrate, 9 agosto alle 9,30. Per la prima volta, sono andata all’Agenzia delle entrate di Nettuno per registrare un contratto.
Ho notato immediatamente lo stato di degrado in cui versa l’ufficio ma quello che mi ha sconvolta è stata una scena che mi ha fatto arrabbiare e vergognare come cittadina di uno Stato irrispettoso. Davanti a me una coppia. Una donna ed un uomo in sedia a rotelle. L’impiegata, dopo averli serviti, li saluta e si alza con loro. Li segue.
Io immagino che li accompagni ad un’uscita diversa da quella che ha visto il mio accesso. Mi sbaglio. Li segue per aiutarli a fare le scale.
Così l’uomo tremante si alza mentre la compagna lo sorregge e qualcuno si offre di portare la sedia a rotelle in strada.
Io rimango di stucco, vorrei gridare che non è giusto, ma chi mi ascolterebbe? Gli impiegati sono gentilissimi e mortificati per la situazione. Gli chiedo se trovano giusto lavorare in quelle condizioni. Non rispondono ma i loro occhi parlano. Possibile che a Nettuno non esista un edificio migliore di questo da destinare ad un ufficio pubblico che dovrebbe essere accessibile a tutti? Possibile che una donna con un passeggino o una persona disabile non possano accedervi? Stiamo parlando un ufficio che rappresenta lo Stato”. Questa la testimonianza di una cittadina sconcertata dal fatto che non ci sia un accesso per disabili, obbligatorio in ogni ufficio pubblico, nella sede dell’Agenzia delle Entrate di via Gramsci a Nettuno in pieno centro. Una testimonianza che non possiamo non condividere.