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La Corte dei Conti fa le pulci al Bilancio di Nettuno dal 2015 al 2020

La Corte dei conti fa le pulci ai Bilanci del Comune di Nettuno. I Magistrati contabili hanno preso in esame il periodo che va dal 2015 al 2020 ed hanno rilevato diverse criticità. A seguito delle verifiche sui rendiconti, la Corte chiesto una serie di informazioni aggiuntive al Comune e mosso una serie di contestazioni.
In particolare per l’anno 2015 (durante il Commissariamento) la Corte dei Conti chiede di fare chiarezza sulle somme inserite nei capitoli “Vincoli attribuiti all’Ente”, mentre per il 2016 e 17 (durante la giunta a 5 stelle) chiede di fare chiarezza sulle poste inserite nella voce “Altri accantonamenti” e di documentare la corretta contabilizzazione delle anticipazioni di liquidità.
I Magistrati hanno dubbi anche sul cosiddetto Fondo crediti di dubbia esigibilità che, nel 2019 ha visto stralciato un importo di oltre 7 milioni di euro mentre, per il 2020, vede accantonata una somma che non si ritiene congrua.
Quindi i magistrati contabili, anche per valutare la corretta contabilizzazione di questi crediti, chiedono al Comune di Nettuno di fornire un aggiornamento sulla ricognizione dei contenziosi del comune.
Altre contestazioni riguardano le spese per la Poseidon. I Magistrati contabili rilevano che nel bilancio del comune manca la voce “Fondo perdite società partecipate”, anche se – sottolineano – nel 2017 (durante la giunta 5 stelle) emerge una perdita della società pari a 202.212,00 euro e nel 2020, (centrodestra) emerge un negativo pari a 127.375,00 euro. Non solo.
Rispetto al piano di recupero del disavanzo di Bilancio la Corte rileva che nel 2017 (5 stelle) e nel 2019 (centrodestra) il miglioramento annuale previsto non è stato conseguito. 
I giudici nel fare questo rilievo, sottolineano che in ogni caso, il Comune ha disatteso la prescrizione che imponeva un miglioramento dei conti su logica annuale.
Nel mirino, in particolare, la gestione del 2017 per cui si chiede chiarezza “sull’aumento degli accertamenti delle Entrate fino alle rilevanti cancellazioni dei residui negli esercizi successivi al 2017.
La Corte rileva quindi degli errori materiali e la “compilazione inesatta – nel 2018 – degli allegati delle Risorse accantonate per il il Fondo di dubbia esigibilità. Errore che ha portato ripercussioni ed errori anche nel documento del 2019.
La Corte infine chiede chiarezza agli uffici anche sulla procedura di liquidazione della Nettuno servizi (centrosinistra), e sull’assenza di un contratto di Servizio con Acqualatina (durante tutte le amministrazioni che si sono susseguite), oltre che di fare chiarezza sui rapporti con la Poseidon.