Cos’è Samp? “Un film che uccide le tradizioni” così Flavia Mastrella risponde lapidaria alle domande prima della proiezione del film. Antonio Rezza e Flavia Mastrella tornano sul grande schermo con un film iniziato a girare 19 anni fa e che ha aspettato tutti questo tempo prima di vedere la luce.
La sala Magnum piena, il botteghino preso d’assalto e una calca da prepandemia con ci presenti felici di prendere parte ad un evento tanto affollato. Questo è stato il primo effetto di Samp, proiettato nell’ambito della Rassegna curata dall’Associazione “La dolce vita”.
Eros Razzano è riuscito a riempire la sala più grande del cinema Moderno con i due artisti più talentosi del territorio, dall’estro artistico brillante e già premiati a Venezia con il Leone d’oro alla carriera. Tra l’altro il fruttuoso duo Rezza e Mastrella festeggia quest’anno i 35 anni di carriera.
Samp è un film indipendente, o come hanno spiegato al termine della proiezione gli stessi autori. “Abbiamo fatto quello che ci pareva, senza gli obblighi di una produzione e senza un organigramma stabilito da altri”. La vera forza di questo film, infatti, è la totale anarchia del processo di produzione. Le riprese sono iniziate nel lontano 2001 e sono proseguite per diverso tempo senza copione, né sceneggiatura. Un film “on the road” come lo ha definito la regista, costumista, scultrice Flavia Mastrella. Nel 2001, Rezza, Mastrella e la loro truppe hanno intrapreso un viaggio in Puglia con costumi e attrazzatura, questa è l’unica premessa il solo punto di partenza. Da qui, il viaggio e allo stesso tempo il film, sono diventati una grande improvvisazione che si è poi cristallizzata 20 anni dopo in Samp, la storia Sampaolo di Galatina, il sicario delle tradizioni. Il resto del lavoro, la gran parte, è stato poi rieditato nello stanzino di montaggio, dove è stato aggiunto doppiaggio, sono state capovolte scene, selezionate immagini, ma quello che è rimasto intatto e trapela a più riprese nel film è la capacità d’improvvisazione di Antonio Rezza, che ha poi spiegato: “Il film, come molti miei spettacoli teatrali, nascono dalla purezza dell’improvvisazione, del fare, mentre, quando si scrive si ha già un idea di dove si vuole arrivare”.
Come è emerso poi dalle domande, molti personaggi del film erano i cittadini o solo i passanti che hanno preso parte alle riprese senza sapere che dire o che fare, ma la loro presenza, a lavoro compiuto, è stata magistrale e altamente performativa.
Non è mancato il momento della polemica politica con il comune di Nettuno. Parole dure per stigmatizzare lo sfratto dalla loro storica sede delle prove degli spettacoli. “Non li voglio neanche nominare – ha detto Rezza amareggiato per l’allontanamento dalla Divina provvidenza e ricordando che non farà ami più spettacoli a Nettuno – e non hanno fatto nulla per farci tornare li”. Parole d’affetto invece per il dottor Waldemaro Marchiafava che ha sempre difeso la loro posizione e in diverse occasioni ha voluto tutelare il valore artistico e culturale della loro presenza sul nostro litorale.