Questo è un periodo durissimo politicamente parlando, per i comuni di Anzio e Nettuno. Dopo anni di illazioni si è passati (finalmente) alle indagini e quello che emerge dalle intercettazioni della Direzione distrettuale antimafia culminate 30 giorni fa con 65 arresti, è un quadro perlomeno ambiguo. Le intercettazioni dipingono una situazione serissima, di contatti tra alcuni esponenti politici e persone che hanno legami con le famiglie del malaffare inviate qui dallo Stato negli anni ’70. Famiglie che hanno ricreato, ci raccontano i carabinieri nella ricostruzione delle indagini, quel sistema di malaffare che portavano avanti anche nelle regioni di provenienza. Forse gli anticorpi sociali e politici andavano creati allora, quando sono nati questi insediamenti, subiti da comunità che con le logiche camorristiche non avevano nulla a che fare.
Ad accertare se questi contatti siano diventati ‘affari’ con le Amministrazioni, saranno le commissioni d’accesso nominate dal Prefetto in entrambi i comuni. Dal momento della diffusione delle intercettazioni la politica a livello locale, è stata divisa, si è divisa, tra Santi e Peccatori. Chi è fuori dalle intercettazioni prende le distanze e, in alcuni, estremi casi, si auto celebra tra martirio e santità. C’è anche chi, fino a ieri, condivideva tutto e oggi prende le distanze da Sindaci e ‘sistema di potere’ e chi, ancora, cerca ribalte politiche nella speranza di essere alternanza nel prossimo futuro. Persone in passato in cerca di strapuntini e oggi Ente morale di una situazione di cui hanno fatto ampiamente parte. Di coerenza ce n’è davvero poca e, in molti casi, si chiede a chi osserva di fare finta di non vedere.
Non vedere il sostegno dato e in alcuni casi poi tolto, di fare finta di non vedere che si punta il dito contro l’Amministrazione che premia gli amici (ma non tutti perché alcuni poi diventano nemici), di fare finta di non vedere passati e trascorsi in cui chi oggi punta il dito ieri è stato beneficiario di attenzioni, progetti, amicizie, sostegni e tanto altro che ci vorrebbe una vita per raccontare. Nel clima avvelenato che sempre segue questo genere di notizie di cronaca a spiccare oggi è una parte dell’opposizione di Anzio che, nella critica feroce, mantiene il decoro della pacatezza dei toni in aula consiliare, una parte dell’opposizione di Nettuno che, nella fermezza della critica non punta al martirio e non disegna teoremi per creare aloni di santificazione.
Nel clima avvelenato spicca chi avvia la campagna elettorale come baluardo di giustizia e correttezza e scorda il recente passato fatto di endorsement, cene interlocutorie, ammiccamenti, proposte di collaborazione, fatto di sostegno ad ogni costo, persino piaggeria. Scorda a quali tavoli si è seduto e in quale momento si è alzato. Ma a scordare, affinché il gioco funzioni, devono essere anche tutti gli altri. Oggi il Sindaco di Anzio, il cui temperamento è noto a tutti da vent’anni, si è auto definito ‘politicamente scorretto’ per le intemperanze in aula, per la parola sumari. Noi che da queste pagine raccontiamo la politica da tempo, potremmo aggiungere qualche altro aggettivo del colorito modo del Sindaco di mettersi in rapporto un po’ con tutti (stampa compresa) ma non lo facciamo. Oggi politicamente scorretto, oltre al Sindaco che conosciamo tutti, è chi cerca di costruirsi una verginità politica e non solo, chi dipinge situazioni immaginarie, chi inasprisce una situazione talmente critica da non poter essere peggiorata. Chi si scorda i prati in cui ha pascolato e si rivende per nuovo. Anzio e Nettuno sono realtà che in cui è evidente bisogna portare avanti un discorso di rigenerazione sociale, in cui bisogna ricostruire un concetto e una cultura di legalità diffusa, di educazione sociale. Per fare tutto questo bisogna partire dalla verità. La verità dei fatti, dei rapporti, della storia delle persone, delle ambizioni di ognuno. A poter scagliare la prima pietra sono pochissime persone e quelle che potrebbero, per eleganze d’animo e di sentimenti, di solito non lo fanno. (eb)